
Compiva dieci ieri il cosiddetto Regolamento di Dublino II, il provvedimento firmato il 18 febbraio 2003 nella capitale irlandese che stabilisce le modalità per la richiesta di asilo politico in Europa. Nel corso di un decennio di intensissime migrazioni in cui la persecuzione religiosa e politica – si pensi solo ai fatti della primavera araba o alle guerre di Afghanistan e Iraq – ha giocato un ruolo preminente nello spostamento di individui verso contesti nazionali europei, il Regolamento di Dublino II ha gestito e organizzato, spesso limitandola in maniera particolarmente pesante, la libertà dei migranti.
Il principio fondamentale del Regolamento è quello per cui un qualunque richiedente asilo è obbligato a svolgere la pratica di riconoscimento e di accoglienza in un solo paese europeo. Ciò ha provocato numerosi problemi: dalla difficoltà del ricongiungimento familiare fino ad arrivare alla disparità in termini di trattamento dei migranti causata dalla differente funzionalità delle strutture ricettive dei vari paesi.
Per questa ragione, a dieci anni dalla firma che ne sancì l’entrata in vigore, sono numerose le associazioni che chiedono un cambiamento del Regolamento. In particolare, l’associazione Melting Pot, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei migranti, ha scritto all’interno del proprio portale: “Il Regolamento Dublino II è diventato però una vera e propria gabbia per le biografie personali di chi arriva sul nostro territorio così come in quello di altri paesi. L’Europa delle frontienre uniche, l’Europa del sistema Schengen per cui un’espulsione da un paese è riconosciuta come tale anche da tutti gli altri, non è invece in grado di riconoscere ancora come “benvenuto” chi fugge da guerre e persecuzioni”.
Sempre Melting Pot ha voluto poi ricordare il fatto tragico del giovane di origini ivoriane che proprio in questi giorni, perché rispedito dalle autorità olandesi in Italia, ha scelto di darsi fuoco all’aeroporto di Fiumicino. Riferendosi alla vicenda la redazione di Melting Pot ha scritto: ” Parla da sola ed è il peggior “anniversario” che il sistema Dublino II poteva regalarci”.
Nicoletta Mandolini