
Joseph Ratzinger, papa dimissionario dallo scorso 28 febbraio, non ha sporto denuncia alla magistratura in merito ad alcuni casi di violenza sessuale su minori di cui aveva avuto notizia. L’annuncio è stato dato oggi dalla testata Il Secolo XIX successivamente ad un’inchiesta condotta mettendo al vaglio alcuni documenti in possesso della Curia di Savona i quali attesterebbero che Benedetto XVI, allora non ancora papa ma prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, sapeva ma non ha reso partecipe le autorità.
L’articolo della testata è stato pubblicato dopo che ieri sera al programma di Italia 1 “Le Iene” la questione era emersa con prepotenza e alcune carte, tra le quali una lettera firmata dal vescovo Domenico Calcagno con la quale si comunicava a Ratzinger la vicenda di un prete pedofilo di Savona, erano state rese note.
I fatti risalgono al 2003, quando l’ecclesiastico Calcagno (che tra l’altro parteciperà al prossimo Conclave) faceva sapere al futuro Benedetto XVI del comportamento violento di don Nello Giraudo. All’interno della missiva spedita a Ratzinger, il prelato chiedeva di prestare attenzione in relazione alla notizia e di non diffonderla. Dato che Giraudo intendeva “continuare l’impegno pastorale” era necessario non comunicare l’accaduto alle autorità ed eventualmente far sì che il prete non si accostasse più a dei minori.
Nel 2012, quando la magistratura era venuta a conoscenza dei fatti nonostante il silenzio della Curia, Giraudo fu condannato a un anno di carcere, grazie ad un patteggiamento. Al centro dell’inchiesta erano finiti anche monsignor Sanguineti e monsignor Lanfranconi, diretti superiori del parroco anch’essi, per ammissione dello stesso imputato, a conoscenza dei reati.
Redazione online