
Da parte del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, è arrivata ieri un’apertura alle istanze del Movimento 5 Stelle sulla questione delle province. Stando ad un annuncio fatto dal presidente della Regione ieri pomeriggio al talk show televisivo di Rai Uno, “L’Arena”, gli organi di governo dell’isola sono pronti per varare un provvedimento con il quale si sancisce la trasformazione in consorzi delle nove province siciliane.
Il proclama di Crocetta arriva dopo ore molto intense per quanto riguarda la situazione. A fine della settimana scorsa alcune incongruenze erano emerse tra lo stesso governatore e i consiglieri del Movimento 5 Stelle, irriducibili sulla questione dell’abolizione delle province. Sullo stesso tema era intervenuto sabato anche Beppe Grillo che, dalla sua consueta piattaforma web, aveva chiesto ai suoi di proseguire sulla strada intrapresa e di spingere per lo stop definitivo.
Secondo il progetto dei grillini le province, attualmente organi di amministrazione inutili e dispendiosi, dovrebbero essere sostituiti dai cosiddetti “consorzi”, enti che, stando a quanto dicono dal M5S, non dovrebbero succhiare soldi dai fondi pubblici e dal portafogli dei cittadini.
Sembra inoltre che i grillini la spunteranno anche sui tempi della riforma. Se infatti inizialmente l’amministrazione Crocetta aveva proposto un periodo di attesa pari ad un anno, il M5S si è impuntato per ottenere una riduzione e assicurare una riforma entro l’autunno.
Infuriato per quanto riguarda l’annuncio di Crocetta è il presidente della provincia di Palermo, Giovanni Avanti: “Crocetta – sostiene Avanti – è davvero un campione di coerenza: prima l’annuncio del mantenimento, e anzi, del potenziamento delle Province. Poi l’anticipo del voto ad aprile e quindi successivamente a maggio. Poi il rinvio del voto per procedere alla riforma e adesso l’abolizione. Molte idee ma confuse, anche perchè vorrei ricordare a Crocetta che i liberi consorzi dei comuni ai quali lui fa riferimento già esistono e non sono altro che le attuali Province regionali così come definite dalla legge 9 del 1986 e alle quali i comuni siciliani hanno aderito con delibera dei rispettivi consigli comunali”. “Siamo di fronte ad una manovra puramente demagogica che ha tutto il sapore dei vecchi sistemi della peggiore politica del passato, finalizzata solo alla gestione del potere”, ha concluso Avanti.
Redazione online