Napolitano: aberrante il sospetto di eliminazione giudiziaria di Berlusconi, ma comprensibili preoccupazioni del Pdl

Giorgio Napolitano (Getty Images)

Dopo aver ricevuto ieri mattina al Quirinale la delegazione del Pdl guidata dal segretario Angelino Alfano, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha incontrato nel pomeriggio anche i vertici del Consiglio superiore della magistratura. Oggetto delle discussioni è stato l’ennesimo scontro tra politica e magistratura dopo la clamorosa protesta dei parlamentari del Pdl, che lunedì scorso in circa 150 hanno occupato la scalinata del Tribunale di Milano e sono entrati nel Palazzo di Giustizia per protestare contro quella che ritengono una persecuzione giudiziaria a fini politici contro il loro leader, Silvio Berlusconi.

Napolitano ha espresso rammarico per quanto accaduto a Milano, ma anche detto di comprendere le ragioni del Pdl: “È comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile”. Tuttavia, il Capo dello Stato ha precisato: “Non è da prendersi nemmeno in considerazione l’aberrante ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori gioco per via giudiziaria – come con inammissibile sospetto si tende ad affermare – uno dei protagonisti del confronto democratico e parlamentare nazionale“.

“A più riprese, anche e in particolare dinanzi al CSM – ha detto Napolitano – ho sottolineato come i protagonisti e le istanze rappresentative della politica e della giustizia ‘non possano percepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti in una comune responsabilità istituzionale‘. E ho indicato nel ‘più severo controllo di legalità un imperativo assoluto per la salute della Repubblica’ da cui nessuno può considerarsi esonerato in virtù dell’investitura popolare ricevuta”.

“Con eguale fermezza – ha aggiunto il Presidente della Repubblica – ho sollecitato il rispetto di rigorose norme di comportamento da parte di ‘quanti sono chiamati a indagare e giudicare’, guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del ‘giusto processo’ sanciti fin dal 1999 nell’art. 111 della Costituzione con particolare attenzione per le garanzie da riconoscere alla difesa”. Quindi Napolitano ha rinnovato l’auspicio espresso dal Csm lo scorso 4 febbraio ad evitare in vista del voto “interferenze tra vicende processuali e vicende politiche” e ha invitato “tutte le parti in conflitto a utilizzare freddezza ed equilibrio, senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”.

Infine il Presidente della Repubblica ha fatto appello “al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano”.

Redazione

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