
Sulle famiglie e le imprese italiane incombe la Tares, la nuova esosa tassa sui rifiuti e sui servizi comunali che doveva entrare in vigore questo mese di aprile, ma che era stata rimandata al primo luglio.
Nei giorni scorsi, da più parti era giunta al governo Monti, attualmente in carica, la richiesta di rimandare ancora l’imposta per l’accumularsi, nello stesso periodo, di altre pensati imposte: il nuovo acconto dell’Imu, le addizionali Irpef e l’aumento di un punto percentuale dell’Iva. Un peso fiscale insostenibile per moltissime famiglie già in gravi difficoltà economiche. La stessa Presidente della Camera, Laura Boldrini, aveva scritto una lettera a Mario Monti per chiedergli una dilazione dell’imposta.
In un’intervista al quotidiano La Stampa, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, ha detto sulla Tares: “Escludo che possiamo ridurla ma graduarla nel tempo o scaglionarla è l’unico margine che abbiamo”. “Per il momento non so dire come evolverà – ha aggiunto Polillo -, se verrà mantenuta a luglio come previsto o se verrà dilazionata nel tempo considerando l’accumulo di tassazione straordinaria che si concentra in quel periodo”. Quello che è sicuro è che l’imposta non si poterà abolire: lo ha escluso categoricamente il sottosegretario all’Economia: “Non ce lo possiamo proprio permettere. L’evoluzione della crisi ci ha preso un po’ di sorpresa poiché non è ancora finita, quindi dobbiamo rifare i conti e vedere se abbiamo margini per graduarla o posticiparla“, ha spiegato Polillo.
Il gettito previsto per la Tares è di 8 miliardi di euro, due miliardi in più rispetto alla vecchia tassa sui rifiuti. Per le famiglie l’aumento sarà del 30%, ma per le imprese e gli esercizi commerciali, soprattutto di ristorazione, il salasso sarà di gran lunga maggiore, con punte fino al 400% per ristoranti, bar e pizzerie, e del 600% per i negozi di frutta e verdura, stando a quanto riporta Confcommercio.
Redazione
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