Le accuse di omofobia rivolte alla neo sottosegretaria alla Presidenza del consiglio, Michaela Biancofiore, esponente del Pdl, da parte delle associazioni per i diritti GLBT e di alcuni parlamentari omosessuali, tra cui Ivan Scalfarotto e Paola Concia del Partito Democratico, hanno costretto il premier Enrico Letta a fare retromarcia e a modificare le deleghe.
A renderlo noto, un comunicato di Palazzo Chigi: “Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, comunica che al sottosegretario alla Presidenza del consiglio Michaela Biancofiore non verranno assegnati compiti nell’ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, bensì compiti nell’ambito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione”.
Secondo quanto si apprende da fonti governative, la risposta della Biancofiore alle critiche ricevute sono state considerate da Enrico Letta una sorta di infrazione delle ‘regole di ingaggio’ annunciate ieri dallo stesso premier. La modifica delle deleghe, dunque, viene considerata come ‘l’ultima chance’ per la neo sottosegretaria.
La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’intervista apparsa in mattinata sul quotidiano “Il Messaggero”, in cui la Biancofiore, replicando alle polemiche, aveva tra l’altro affermato: “Essere oggetto di una discriminazione preventiva, ingiustificata, fondata su presunte dichiarazioni fuori contesto e malamente estrapolate, è certamente il modo migliore per cominciare ad occuparmi, come sottosegretario, di Pari Opportunità”.
La Biancofiore aveva proseguito nell’intervista: “Sono dispiaciuta per i problemi di sessualità che affrontano i non eterosessuali. Chiunque abbia un amico gay conosce la sofferenza di quando ti fanno giocare a soldatini, da piccolo, o con le pistole. Ma non ho mai offeso nessuno. L’amore è amore, sempre”.
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