
Dai dati diffusi questa mattina dall’Ufficio nazionale di statistica (Insee), la Francia è entrata in recessione, registrando un calo del 0,2% del Prodotto interno lordo nel primo trimestre.
Tuttavia, se si aggiunge a questi dati quelli dell’ultimo quadrimestre del 2012 nel quale vi è stato un calo analogo del Pil, la recessione equivale ad un calo del Pil per due trimestri consecutivi.
Dall’indagine, il potere d’acquisto delle famiglie francesi ha registrato nel 2012 un record negativo del -0,9%. Una tendenza che prosegue nel 2013 con un calo del 0,4% secondo le stime dell’Insee.
La crescita risulta nulla nel 2012 dopo aver rivisto in calo il rialzo del terzo trimestre del 2012 (0,1 anzichè 0,2 per cento).
Le monde.fr: “E’ l’ultima volta in quattro anni che la Franica è in recessione, dopo il 2009 e il 2012”, commenta le Monde. Dati che mostrano in modo significativo che il paese ha iniziato il 2013 in recessione. Il governo mantiene comunque le sue previsioni di crescita stimate al 0,1% per la fine del 2013, convinto che la ripresa ci sarà al secondo semestre.
Les Echos.fr:
Questa volte è ufficiale…l’economia francese è in recessione e per due mesi consecutivi ha registrato un ribasso del pil del 0,2%- commenta il quotidiano Les Echos. Ma il governo non modifica la sua strategia. Infatti, secondo le ultime notizie, trapelate da Bercy, il palazzo dei ministeri economici francesi, è stata prevista una crescita del 0,1 per il 2013, nel secondo trimestre. Eppure la maggior parte delle istituzioni prevedono un ribasso per il 2013, toccando lo -0,1% secondo il FMI e l’alto consiglio delle finanze pubbliche francesi.
Per il sindacato CDFT (Confederazione francese democratica del lavoro) queste cifre indicano la necessità di puntare su strategie dell’occupazione. E’ quanto dichiara Laurent Berger, segretario generale del CFDT. Il leader sindacale in un’intervista ha affermato che questi dati sono “una delusione per tutti, ma che non sono una sorpresa. Un ragione in più per dare priorità all’occupazione”. Secondo Berger la disoccupazione provoca la recessione attuale, perché non si progetta a lungo termine, almeno per 5 anni. “Bisogna avere più visioni per il futuro”, sottolinea Berger che spiega come questo percorso sia stato avviato con un’accordo sull’impiego stabilito ieri.
Il quotidiano Les Echos afferma che secondo le stime questo ribasso della crescita dovrebbe essere di breve durata. La Banque de France stimava una crescita del 0,1% per il primo trimestre e una crescita del 0,1. Dati che corrispondevano alle stime dell’Insee. Secondo gli economisti dopo una contrazione del prodotto interno lordo del 0,2% per il periodo di gennaio-marzo, il calo del Pil dovrebbe fermarsi nel secondo trimestre. Una situazione fragile, per Chris Williamson, il capo economista di Markit, che dichiara che la recessione del Pil francese al primo trimestre, poteva essere maggiore si non vi era stata in contemporanea una crescita del 0,3 % dei consumi nel settore pubblico.
Liberation:
La crisi da una parte, dall’altra la volontà del Presidente francese François Hollande di riorganizzare il Ministero delle Finanze francese. Come riporta Libération, vi sono due lignee a Bercy: l’una social-liberale sostenuta da Pierre Moscovici, l’altra più interventista di Montebourg. Semplificazione dell’organigramma, rinforzamento di un capo a Bercy e l’armonizzazione delle linee politiche: tre sfide che attendono Hollande e Jean-Marc Ayrault.
Redazione