Don Gallo, “Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”. La Bibbia e la Costituzione sul suo feretro esposto a San Benedetto al Porto

Don Gallo a Che Tempo che fa, 16 marzo 2013 (frame youtube)

E’ forte la commozione per la morte di Don Andrea Gallo, deceduto ieri a 84 anni nella casa della sua comunità San Benedetto al Porto, a Genova, dov’era assistito da una settimana.
Sul suo feretro, esposto nella camera ardente della chiesa di San Benedetto al Porto, sono deposti la Bibbia e la Costituzione. Il Sacro e il profano, un binomio che connotava il suo impegno sociale e il suo ideale religioso.
Ma vi sono anche uno dei suoi sigari, il suo cappello, la sua sciarpa rossa, la bandiera dell’Associazione Nazionale Partigiani, quella della pace e quella del Genoa. Mentre accanto al feretro è appoggiata una croce di ferro avuta in dono dai ragazzi della nave-riformatorio Garaventa, che reca la scritta: “Dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”.

Un sacerdote di strada, il cui nome era scomodo perché è sempre stato il “sacerdote degli ultimi” dedicando anima e corpo, sull’esempio di Don Bosco, ai poveri e gli emarginati. Non appena nominato sacerdote fu inviato, nel 1960, come cappellano alla scuola della Garaventa, il riformatorio per minori, dove diede vita al suo metodo educativo lontano da ogni forma di coercizione basato sulla fiducia e la libertà.
Da allora, le sue predicazioni infastidiranno molte persone della curia in quanto i suoi contenuti “non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti”. Uno schieramento politico che gli varrà l’allontanamento dalla parrocchia, suscitando manifestazioni a suo favore.
Ma lui, era sempre là al fianco dei bisognosi, mostrando un volto della Chiesa capace di rinnovarsi negli anni: sostenne i diritti degli omosessuali e dei transgender, fu promotore della liceità delle droghe leggere, si schierò con i giovani durante il G8 e con il movimento No Tav.
Una personalità anarchica che ha fatto scalpore fino all’ultimo ma che non ha mai abbandonato i propri ideali, come dimostra l’ultimo tweet che ha scritto: “Sogno una chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna”.

Messaggi:
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Ho appreso con tristezza e rammarico la notizia della scomparsa di Don Gallo, sacerdote amato per la sua forza spirituale e il suo impegno sui temi della povertà, dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Con sentimenti di sincera partecipazione, esprimo ai familiari, alla comunità di San Benedetto al Porto, alla diocesi e alla città di Genova, il mio sentito cordoglio”.

Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge: “Perdiamo una voce indipendente e preziosa, un uomo che con il suo operato ha sempre messo al centro le persone insegnando con azioni dirette, che non esistono emarginati o ultimi ma che la nostra società deve fondarsi sul coraggio delle parole e sull’ascolto reciproco”.

Una morte che coincide con le celebrazioni della strage di Capaci, concedendoci un ultimo messaggio simbolico quello per cui stando vicino agli ultimi è possibile allontanare i giovani dalle organizzazioni mafiose che penetrano gli spazi dove lo stato e la chiesa sono assenti.

Noi lo vogliamo ricordare con il suo ultimo intervento a Che tempo che fa, il 16 marzo 2013, quando fu nominato il nuovo Papa Francesco:

Redazione