Ha ricordato ancora il cantante: “avevo fatto anche sette anni di conservatorio, un po’ mi è servito, ho imparato a usare meglio la voce, a porgere meglio il testo. A quel punto io stesso ero passato da testi scritti molto rapidamente, subordinati alla musica, alla consapevolezza che le parole di una canzone sono importantissime. Se il testo è sbagliato, il pubblico non fa sua la canzone. Mi viene da dire che da quel momento in poi [dal 1981 ndr] sono stato addirittura sopravvalutato”.
Ma Gianni Morandi, come noto, ha anche altri modi di comunicare: “Io credo che fare televisione, come fare tutto quanto, mi abbia arricchito professionalmente e personalmente. Ho sempre vissuto ogni cosa come un’occasione per imparare. Perché la verità è che quando sono partito avevo 17 anni ed ero un dilettante allo sbaraglio. Sì, è vero che c’è tutta una generazione di ragazzi che mi conosce come presentatore, e non sa che andavo benino in classifica. Però anche come presentatore, e dai e dai, penso di aver imparato qualcosa”.
Morandi ha infine parlato del suo rapporto con i social network, commentando: “I giovani autori credo ci siano: magari se ne parla poco perché oggi tutti cercano di cantare i propri pezzi. Da qualche tempo ho invitato i giovani a mandarmi brani su Facebook, naturalmente mi è arrivato di tutto… E ci sono cose davvero notevoli, penso di inciderle nel disco che sto facendo. E un po’ credo di intendermene, ho cantato l’80% degli autori italiani”.
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