
Si è svolta oggi a Palermo la cerimonia per la beatificazione di Don Puglisi, il sacerdote di Brancaccio che il 15 settembre del 1993 fu freddato in un agguato di Cosa Nostra. A condurre il rito di fronte ai tantissimi presenti che hanno affollato il Foro Italico, è stato l’inviato di Papa Francesco Salvatore De Giorgi.
E’ stato quindi il cardinale a leggere la nota emessa dalla Santa Sede con la quale si è ufficializzata la beatificazione del parroco. “Accogliendo la domanda del nostro venerabile fratello il cardinale di Santa Romana Chiesa, e di molti altri fratelli vescovi e di moltissimi fedeli, ricevuto il parere della congregazione per le cause dei Santi, con la nostra autorità apostolica, concediamo che il venerabile Servo di Dio Giuseppe Puglisi, presbitero diocesano, martire, pastore secondo il cuore di Cristo, insigne testimone del suo regno di giustizia e pace, seminatore evangelico di perdono e riconciliazione, sia d’ora in poi chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa ogni anno il 21 ottobre, nei luoghi e nei modi stabiliti dal diritto”.
Nel corso della sua omelia, il cardinale De Giorgi ha voluto rendere omaggio, oltre che alla figura di don Puglisi, a quelle di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, altre illustri e compiante vittime della mafia. Non è mancata poi un’invettiva dell’ecclesiastico contro i mafiosi, dipinti come uomini che si mostrano credenti e devoti, ma che in realtà esercitano il male e la violenza contravvenendo ai più basilari precetti della dottrina cristiana. “I mafiosi, che spesso pure si dicono e si mostrano credenti, muovono meccanismi di sopraffazione ed ingiustizia, di rancore, di odio, di violenza, di morte”, ha detto il cardinale.
Redazione online