
Da giorni si parla della tanto attesa richiesta dell’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, che fu avviata dalla Commissione europea, nell’ottobre del 2009, quando il rapporto disavanzo/pil era al 5,3%.
Infatti, in base alla normativa europea, come riporta Corriere.it, la procedura per deficit eccessivo viene applicata nel caso del superamento del rapporto deficit/pil del 3% , e viene abrogata quando i paesi mostrano una correzione del disavanzo eccessivo “in maniera duratura e sostenibile”.
La Commissione Europa presenterà il documento ad Olli Rehn, Commissario Europeo all’economia, il prossimo 29 maggio, dopo che 27 esperti dei rispettivi paesi europei avranno preso in esame il documento in cui la Commissione porrà alcune raccomandazioni all’Italia che dovrà proseguire il risanamento dei conti pubblici.
Il documento evidenzierà una valutazione sulla situazione economica, di bilancio e occupazionale in ciascuno Stato membro e sui programmi di riforme e stabilità presentati. In base a questo, potranno essere richieste ulteriori misure strutturali, di bilancio ed a sostegno della crescita. I paesi che escono dalla procedura di deficit, nei tre anni successivi dovranno mantenere politiche di riduzione del rapporto debito/pil di almeno il 5% all’anno oltre alla soglia del 60%, fissata come limite dal Patto di stabilità. L’Italia secondo le stime dovrebbe superare il 130% nel 2013.
In merito all’Italia, le stime Ue hanno registrato per il 2012, un rapporto deficit/pil del 3%, mentre per il 2013 si prevede un deficit del 2,9%.
Grazie a questa manovra che permette all’Italia di rientrare tra i paesi virtuosi del patto di stabilità, il governo avrà un margine del 0,5% per il deficit previsto per il 2014, pari all’1,8% del Pil.
Un margine quantificato in 7-10 miliardi di euro che potrà essere impiegato per finanziare interventi strutturali destinati alla crescita e all’occupazione.
Il governo italiano avrà più margine di manovra economica, a cominciare dallo sblocco dei cofinanziamenti nazionali che saranno affiancati ai fondi strutturali europei nel settore infrastrutture.
Inoltre, sottolinea Corriere.it, con l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo viene lanciato un segnale ai mercati che le finanze pubbliche di un Paese sono solide e sostenibile e ciò comporta anche un effetto di ulteriore riduzione degli interessi sul debito.
Soddisfazioni e sospiro di sollievo da parte del presidente del Consiglio, Enrico Letta, che avrebbe commentato: “Finalmente una buona notizia per il Paese”.
Redazione