
La Camera dei Deputati presieduta da Laura Boldrini ha ratificato la Convenzione di Istambul contro la violenza sulle donne. La seduta è stata aperta con un minuto di silenzio per ricordare Fabiana Luzzi, giovanissima ennesima vittima di femminicidio in Italia, ed è proseguita con le procedure di voto che hanno prodotto 545 consensi da parte dei deputati per la ratifica del provvedimento. Al termine del confronto parlamentare i presenti si sono lasciati andare ad un applauso.
Nonostante la ratifica della Convenzione, con la quale si tenta di porre un argine al dilagare di un fenomeno – culturale ancor prima che sociale – che in Italia fa sempre più vittime, sono giunte alcune denunce da parte di associazioni e di intellettuali. Con un articolo scritto su La Stampa e poi ripreso su Twitter e Facebook dal gruppo di Se non ora quando, Massimo Gramellini ha espresso sconcerto nel constatare la presenza di pochi parlamentari in aula nel giorno della discussione sulle tematiche connesse al femminicidio. Pubblicando la fotografia dell’aula semi-deserta, Gramellini ha commentato: “La foto testimonia l’interesse travolgente con cui i deputati della Repubblica hanno seguito il dibattito sulla ratifica della convenzione di Istanbul, che finalmente riconosce la violenza contro le donne come violazione dei diritti umani”.
Intanto, dopo l’efferato omicidio di Fabiana Luzzi che ha riportato l’opinione pubblica a parlare di femminicidio, l’Italia si dimostra un paese ancora sostanzialmente incapace di fronteggiare la deriva culturale machista che produce la violenza sulle donne. Una violenza che, oltre ai dati allarmanti su stupri e assassinii praticati a danno di soggetti femminili, riguarda anche altri campi dell’agire sociale come, ad esempio, quello del lavoro. E non stupirà sapere che, secondo i dati attualmente disponibili, una donna su due nel nostro paese ha ammesso di aver subito violenze (verbali, fisiche, ricatti) dentro e fuori casa.
Nicoletta Mandolini