
La maggioranza di governo, composta da Pd, Pdl e Scelta Civica, oltre che da altre formazioni minori, avrebbe raggiunto un accordo su una mozione che impegni “il governo a presentare alle Camere, entro il mese di giugno 2013, un disegno di legge costituzionale” per avviare una “procedura straordinaria rispetto a quella di cui all’articolo 138 della Costituzione”. L’accordo dovrebbe anche prevedere tempi certi per “agevolare il processo, favorendo un’ampia convergenza politica in Parlamento e per l’istituzione della Commissisone dei 40”. Inoltre, dovrebbe essere “assicurata la certezza dei tempi del procedimento, con l’obiettivo di garantire che l’esame parlamentare sui Disegni di Legge di riforma si concluda entro 18 mesi dall’avvio”.
L’accordo non riguarda però la riforma elettorale, il cui testo sarà molto probabilmente oggetto di discussione in altre modalità e in separata sede. Un solo cenno alla questione infatti nel testo della mozione varata ieri dal vertice di maggioranza: “Qualora si realizzino condizioni che rendono urgente un intervento in materia di legge elettorale ‘occorrera’ che l’intervento sia ampiamente condiviso”. Si precisa in ogni caso che la riforma elettorale “non potra non essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale”.
Intanto, ieri pomeriggio, a conclusione del vertice, il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, ha sostenuto: “Non è ancora chiusa. Non ho firmato nulla”. L’ex ministro della Funzione pubblica è stato però smentito da un esponente di governo del suo partito, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, che ha ribattuto: “La mozione è chiusa”.
Sull’altro fronte, di accordo chiuso “che in modo molto asciutto ma non sterile avvia il percorso” delle modifiche costituzionali ha parlato Pino Pisicchio. L’esponente di Centro Democratico ha poi aggiunto: “L’impianto complessivo rispecchia pienamente l’art.138 della Costituzione, con in più una commissione dei 40 che non avrà funzioni redigenti”. Oggetto del contendere, anche secondo il centrosinistra, resta la riforma della legge elettorale, come ha spiegato il segretario reggente del Pd, Guglielmo Epifani: “Noi il porcellum non lo abbiamo mai voluto. L’orientamento maggioritario è quello di fare una diversa
scelta”.
All’interno dell’opposizione, intanto, secondo quanto riferiscono alcuni portali, ci sarebbe un testo alternativo preparato e condiviso dai membri della commissione Affari Costituzionali alla Camera e al Senato del Movimento 5 Stelle.
Redazione online