La relazione dell’Authority per la privacy: “Su Internet gestione opaca dei dati sensibili”

Antonello Soro con Walter Veltoni (Getty Images)

E’ stata presentata stamattina la sedicesima relazione annuale alla Camera dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici, Licia Califano.

Questi i temi più rilevanti esaminati dall’Autorità: “La trasparenza della Pa on line e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela delle riservatezza dei contribuenti; i social network e i problemi posti dal cyberbullismo; gli smartphone, i tablet e i sistemi di cloud computing; la tutela dei minori nel mondo dell’informazione; il telemarketing invasivo; i diritti dei consumatori; il rapporto di lavoro; le semplificazioni per le imprese; la sanità elettronica; il mondo della scuola; la propaganda elettorale; le intercettazioni; i dati di traffico telefonico e telematico; l’uso dei dati biometrici; la ricerca medico-scientifica”.

L’Authority per la privacy ha anche spiegato che lo scorso anno sono stati adottati oltre 460 provvedimenti collegiali e che è stato fornito riscontro a 4.183 “tra quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento alle seguenti aree tematiche: telefonia, credito, centrali rischi, videosorveglianza, rapporti di lavoro, giornalismo”.

233 le decisioni sui ricorsi e 395 le ispezioni effettuate, “che hanno riguardato diversi settori: il telemarketing, l’uso dei sistemi di localizzazione (gps) nell’ambito del rapporto di lavoro, i nuovi strumenti di pagamento gestiti dalle compagnie telefoniche (mobile payment), il credito al consumo e le “centrali rischi”, le banche dati del fisco, l’attività di profilazione dei clienti da parte delle aziende. Le violazioni amministrative contestate sono state 578, in aumento rispetto all’anno precedente”.

Rilevante anche l’attività a livello internazionale, “a partire da quella svolta nel Gruppo delle Autorità per la privacy europee (Gruppo Articolo 29). I Garanti europei si sono occupati, in particolare, del nuovo Regolamento in materia di protezione dati che sostituirà la Direttiva del 1995 e della Direttiva che dovrà disciplinare il trattamento di dati per finalità di giustizia e di polizia. Il Gruppo Art. 29 si è occupato inoltre dei nuovi servizi di cloud computing; delle garanzie per l’uso delle app su smartphone e tablet; degli sviluppi nelle tecnologie biometriche, con particolare riferimento al “riconoscimento facciale”; delle direttive del “Pacchetto Telecom” che introducono nuove regole relative anche all’uso dei cookie ed al tracciamento degli utenti; delle tecniche di profilazione legate alla “pubblicità comportamentale” (behavioural advertising); dei trattamenti di dati in rapporto alla lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo; di tecnologie Rfid; di strumenti contrattuali per disciplinare i flussi di dati all’interno delle multinazionali. Da ricordare anche l’attività del Garante italiano per il Consiglio d’Europa”.

Redazione online