Legge 194 sull’aborto: il Pdl favorevole a limitare l’obiezione di coscienza, il Pd diviso

Ecografia durante una gravidanza (getty images)

Le discussioni sulla questione dell’interruzione volontaria di gravidanza e sulla legge 194/78, che in Italia prevede l’aborto entro i primi 3 mesi di gestazione, sono molte in questo periodo. Varie associazioni “pro-choice” hanno osservato negli ultimi mesi che il servizio medico d’aborto – pur riconosciuto come diritto all’interno del nostro ordinamento legislativo – viene spesso osteggiato negli ospedali italiani a causa dell’elevato numero di obiettori di coscienza, medici che per ragioni di ordine etico si rifiutano di praticarlo. Secondo alcuni dati diffusi da Repubblica, il numero di obiettori sarebbe arrivato nelle strutture socio-sanitarie italiane all’80%.

Sulla scia di una campagna diffusa via internet, “Il buon medico non obietta – #save194” – Sel ha scelto di presentare una mozione in Parlamento. Il testo è stato proposto l’11 giugno scorso a Montecitorio ed è stato approvato con i voti di M5S e Pdl. Ha fatto molto discutere, in relazione alla votazione della mozione, la posizione sostenuta dal Partito Democratico, il quale ha scelto di astenersi dall’esprimere un parere. La decisione indicata ai parlamentari dal capogruppo al Senato del Pd ha reso evidente una spaccatura interna al partito sulla questione dell’autodeterminazione femminile e dell’aborto. Oltre al Pd si è astenuta Scelta Civica.

Il testo della mozione sostiene una linea avallata anche dal ministro alla Salute del Pdl Beatrice Lorenzin e ha chiesto di limitare il fenomeno dell’obiezione di coscienza (inizialmente proponendo una soglia del 30%) per permettere l’attuazione della 194 in tutte le strutture ospedaliere italiane. Secondo quanto riportato nella mozione, requisito necessario all’assunzione di nuovi medici negli ospedali dovrebbe essere quella di dichiararsi non obiettori.

All’interno del Pd alcuni parlamentari si sono dimostrati contrari rispetto alla linea generale, come detto dalla testata Linkiesta che per prima ha evidenziato la spaccatura del partito di Epifani. Tra questi Anna Rossomondo, Roberta Agostini, Ivan Scalfarotto.

 

Redazione online