
Proseguono le rivelazioni del quotidiano britannico The Guardian al quale il giovane informatico americano Edward Snowden ha consegnato documenti riservati del programma di sorveglianza americano.
Secondo quanto riportano i media, il Government Communications Headquarters, l’agenzia governativa britannica che si occupa di sicurezza, spionaggio e controspionaggio, avrebbero controllato i telefoni e le mail dei rappresentanti dei Governi che presero parte al G20 economico di Londra che si tenne nel settembre 2009.
Addirittura, si parla di un internet caffè appositamente messo sotto sorveglianza e dove gli agenti avrebbe spiato le conversazioni dei leader, per aver un vantaggio nell’ambito degli incontri. Sembra che l’uso dello smartphone e del Blackberry abbia reso più facile spiare le comunicazioni.
Un clima di tensione che incombe sui rapporti del G8 che si apre oggi in Irlanda del Nord. Imbarazzo da parte del Premier inglese David Cameron.
Ma, non è chiaro ancora come il giovane Snowden abbia avuto accesso ai dati segreti. Tra le ipotesi, quella che i servizi americani fossero al corrente didell’ operazione dei servizi segreti britannici.
Lo spionaggio dei leader del G20 di Londra ordinato dall’allora governo di Gordon Brown potrebbe essere stato fatto in accordo con alcuni agenti americani.
The Guardian parla di uno “spionaggio sistematico” sottolineando tuttavia che “le attività di spionaggio del G20 sembrano essere state organizzare più per scopi mondani che per garantirsi vantaggi agli incontri”.
Ad essere spiati furono i delegati di paesi alleati, quali Turchia e Sudafrica con lo scopo di migliorare la posizione di negoziazione della Gran Bretagna.
Sembra che anche l’ex Presidente russo, Dmitri Medvedev fu spiato non dall’intelligence britannica, ma da quella statunitense. Secondo il Guardian, i dettagli dell’attività di spionaggio furono raccolti in un documento dalla National Security Agency (Nsa) che condivise con alti funzionari di Regno unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda.
Redazione