
Nella classifica dell’ultimo rapporto internazionale sulle rinnovabili nel 2012, Renewable Energy Policy Network for the 21st Century (REN21) presentato a Bruxelles, l’Itala risulta al quinto posto vantando una capacità di 29 gigawatt di potenza “rinnovabile” allestita nel nostro Paese.
Il rapporto evidenzia in Italia una tendenza in crescita nel 2012: sul pianto fotovoltaico e capacità pro-capite, il Belpaese si classifica al secondo posto dopo la Germania, quinto invece per l’utilizzo di energia geotermica e volume di investimenti nel settore, in settima posizione per il settore eolico e infine al non posto per la produzione di energia da fonti “bio” (biogas, biomasse e bio carburanti) con i quali sono prodotti 10 TWh.
Paradossali, invece i dati sullo sfruttamento eolico e pannelli solari, dai quali emerge che l’Italia non si classifica tra i primi dieci.
Un’ottima notizia che tuttavia, sottolinea il rapporto, non si riflette sul piano occupazionale nel settore, che potrebbe crescere.
Se da una parte il paese sembra ostentare dei ritardi nel settore della differenziata, dall’altra quello delle rinnovabili si rivela uno dei settori di punta sul quale l’Italia potrebbe fare passi da gigante: infatti, come riporta Tmnews, l’Agenzia energetica internazionale (Iea), avrebbe annunciato che entro tre anni, la produzione delle rinnovabili a livello mondiale supererà quella da gas, raddoppiando invece quella prodotta da fonte nucleare entro il 2016.
Una stima che lascia presagire ingenti investimenti futuri che si basano sulla crescita nel 2012 della produzione rinnovabile di oltre l’8%: il “Medium Term Renewable Energy Market Report (MTRMR)” ha sottolineato che in un periodo economico di crisi, il settore delle rinnovabili continuerà a crescere del 40% nei prossimi cinque anni, fino a rappresentare quasi un quarto del mix di potenza globale entro il 2018, contro circa il 20% registrato nel 2011.
Uno scenario rassicurante, in quanto nel 2012 a livello globale, la produzione da fonti rinnovabili calcolata a 4.860 TWh avrebbe superato il consumo totale di energia elettrica stimata in Cina.
Investimenti e distribuzione concorrono nei mercati emergenti trainati da Cina e che rappresenteranno due terzi dell’aumento globale della produzione di energia rinnovabile e al contempo, come riporta Tmnews, cresce la competitività tra i vari paesi come la creazione di nuove centrali a combustibili fossili e che contribuiscono a sviluppare nuovi mercati come Brasile, Turchia e Nuova Zelanda.
Redazione