
Una relazione di servizio stilata da alcuni agenti del Gom è stata inviata ai magistrati della Procura di Palermo che si occupano della trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, e messa agli atti nel processo per la trattativa. Nella relazione vi sono diverse frasi dell’ex capo di Cosa Nostra, Totò Riina. A riportare le affermazioni, il portale di ‘Repubblica’.
Secondo il boss di Corleone, “io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me”. Inoltre “mi hanno fatto arrestare Provenzano e Ciancimino, non come dicono i carabinieri”. Secondo gli esperti, le due frasi sarebbero un chiaro riferimento ad alcuni episodi della trattativa Stato-mafia. Riina ha anche attaccato il pentito Giovanni Brusca, che “non ha fatto tutto da solo, c’è la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l’agenda rossa. Ha visto cosa hanno fatto? Perchè non vanno da quello che aveva in mano la borsa e si fanno consegnare l’agenda. In via D’Amelio c’erano i servizi”.
Le frasi di Riina sarebbero state pronunciate in carcere lo scorso 31 maggio e il capo dei capi avrebbe detto tra l’altro: “Io sono stato 25 anni latitante in campagna senza che nessuno mi cercasse. Com’è possibile che sono responsabile di tutte queste cose?”. E ancora: “La vera mafia sono i magistrati e i politici che si sono coperti tra di loro. Loro scaricano ogni responsabilità sui mafiosi. La mafia quando inizia una cosa la porta a termine. Io sto bene. Mi sento carico e riesco a vedere oltre queste mura”.
Infine una confessione di Riina su Giulio Andreotti: “Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti? Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell’area andreottiana da sempre”.
Redazione online