Legge sull’aborto in Irlanda: polemiche e dimissioni nel governo

Il Primo Ministro irlandese Enda Kenny (Foto: GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)

La nuova legge che consente per la prima volta in Irlanda l’interruzione di gravidanza in caso di pericolo di vita per la gestante ha scatenato un vero e proprio terremoto all’interno del governo del premier Enda Kenny. Il sottosegretario agli Affari europei Lucinda Creighton, che aveva espresso parere contrario è stata costretta alle dimissioni. Alla Camera, la Creighton ha votato contro la nuova legge insieme ad altri quattro deputati del Fine Gael, il partito del premier che ha portato avanti il provvedimento insieme ai laburisti con cui è al governo. Così i cinque deputati sono stati espulsi dal loro gruppo parlamentare e la sottosegretaria ha dovuto lasciare l’esecutivo.

La nuova legge “Norme per la protezione della vita in gravidanza” è stata approvata dalla Camera Bassa del parlamento irlandese la notte tra l’11 e il 12 luglio, con 127 voti a favore e 31 contrari. Si tratta di una legge storica con cui il Paese cattolico, da sempre decisamente contrario a qualunque forma di legalizzazione dell’aborto, apre la via all’interruzione di gravidanza. Una legge che si è resa necessaria dopo il clamoroso caso di Savita Halappanavar, la donna indiana che lo scorso ottobre fu lasciata morire perché le venne negata l’interruzione di gravidanza, nonostante le gravi condizioni di salute e l’aborto spontaneo di fatto in corso. Inoltre nel 2010 l’Irlanda era stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per il caso di una donna malata di tumore che era stata costretta ad andare all’estero per interrompere la gravidanza che rischiava di mettere in pericolo la sua salute.

La Corte Suprema irlandese nel 1992 aveva riconosciuto alle donne il diritto di interrompere la gravidanza in caso di pericolo di vita, ma questa decisione non si era mai tradotta in testo di legge e di fatto è stata disattesa nella pratica. Ora la nuova legge consente l’aborto in caso di pericolo di vita per la donna e anche nel caso di rischio di suicidio, ovvero per motivi psicologici. Un’apertura quest’ultima che è contestatissima. Dopo l’approvazione da parte della Camera Bassa, la legge passa ora alla Camera alta del Parlamento, dove però il voto a favore è scontato, avendo il governo la maggioranza.

Redazione

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