
Sono i desaparecidos del Mediterraneo, i migranti di cui si sono perse le tracce mentre attraversavano le acque placide ma inclementi del tratto di mare che divide l’Africa dall’Europa, la Tunisia dall’Italia, i porti del Maghreb da quelli di Lampedusa. A ricercarli, così come succedeva nell’Argentina del regime militare, sono le madri che li hanno visti partire alla ricerca di una vita migliore e non hanno più avuto loro notizie. Potrebbero essere morti in mare, forse sono riusciti a salvarsi dal viaggio della speranza attraverso il Mediterraneo e sono scomparsi una volta giunti in Italia: non si sa che fine abbiano fatto.
Attraverso l’opera volontaria e instancabile di Rebecca Kraiem, tunisina e rifugiata, nonché componente dell’associazione Giuseppe Verdi, le donne e madri dei dispersi hanno avuto voce in Italia ed hanno cominciato a farsi sentire con cittadini e istituzioni. Chiedono che vengano istituite delle inchieste da parte delle autorità competenti per sapere se tra i naufraghi che hanno perso la vita siano da annoverare i loro figli e vogliono che ci si impegni per ricercare tutti coloro che non si trovano più.
Dopo una maratona condotta da Rebecca in numerose città italiane, la lotta delle madri dei dispersi nella rotta migratoria ha trovato una risposta sentita in una lettera composta dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Carissime donne, come sindaco di Lampedusa, l’isola che salva la vita a tante persone costrette ai viaggi della speranza e che ha pietà dei corpi restituiti dal mare, sento il dovere di raccogliere la vostra richiesta di verità e di darvi il mio piccolo aiuto, piccolo quanto sono piccole le mie Isole. Spero di potervi accompagnare ancora e di esservi sorella in questo cammino”, ha scritto la prima cittadina di Lampedusa.
Lo stesso sindaco si è fatta portavoce della battaglia delle donne ed ha inviato a varie istituzioni (Ministero degli Interni, Ministero degli Esteri, Unione Europea) l’appello e il dossier delle madri. “Il dolore di queste donne deve essere preso sul serio, sono donne che, con la loro tenacia, la loro forza e la loro ricerca di verità, danno dignità a persone che altrimenti per noi non sarebbero mai esistite. Uomini inghiottiti dal mare, uomini forse approdati sulle coste del nostro Paese, ma poi scomparsi nel nulla, divenuti fantasmi”, ha concluso Nicolini nella sua missiva.
Nicoletta Mandolini