
Duplice omicidio volontario aggravato: è questo il capo d’accusa con cui Pasquale Iacovene, padre di Andrea e Davide – i due minori deceduti nell’incendio che il 16 luglio ha devastato una palazzina di Ono San Pietro, in provincia di Brescia – compare come indagato nel registro stilato dalla Procura locale. Fino ad oggi l’indagine figurava a carico di ignoti, anche se le attenzioni e i sospetti degli inquirenti si erano subito addensati sul personaggio di Salvatore dopo i risultati dell’autopsia, la quale aveva accertato che i due fratelli erano morti non a causa dell’incendio ma ancor prima del divampare delle fiamme.
Al momento l’uomo si trova presso la struttura ospedaliera di Padova, dove è sottoposto al costante controllo dei medici, dato che le sue condizioni di salute sono critiche per le ustioni riportate. E’ probabile, secondo le ricostruzioni al momento effettuate, che Iacovene si sia dato fuoco poco dopo aver presumibilmente compiuto l’atto.
Non è stato ancora accertato il movente, ma, qualora il padre di Andrea e Davide dovesse essere ritenuto effettivamente colpevole, è probabile che le ragioni del gesto verrebbero ricondotte ad un tentativo di ritorsione nei confronti della madre delle due vittime, la donna che si era separata da Pasquale poco tempo fa.
Intanto la Procura, nella figura del sostituto procuratore Elena Dolce, ha disposto nuovi accertamenti per individuare le cause della morte dei due bambini. Secondo le indagini autoptiche condotte dai medici legali, infatti, non sarebbe stato individuato fumo nei polmoni dei minori e quindi non sarebbe il rogo la causa del decesso.
Redazione online