Da negozi e piccole botteghe un piccolo spiraglio per uscire dalla crisi

Piccolo negozio nel centro di Roma (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages)

Grazie al fiorire di negozi e piccole botteghe artigiane, l’Italia sta conoscendo una lievissima inversione di tendenza per quel che riguarda l’uscita dalla crisi che la sta mettendo in ginocchio, almeno secondo quanto attestano i dati dell’Osservatorio Confesercenti, che nel terzo bimestre 2013 rilevano un ‘piccolo boom’ di aperture: 7.546 nuove imprese, +88% rispetto a marzo-aprile.

Ciò nonostante, continuano però a chiudere senza essere sostituite oltre 11mila imprese. Confesercenti ha giudicato le nuove aperture come un ‘tesoretto’ di nuove imprese da non affossare con un eccesso di “tasse e burocrazia”. Inoltre, nel terzo bimestre, le cessazioni del commercio al dettaglio sono state 6.124, solo il 12% in meno rispetto al periodo marzo-aprile, ma comunque piccolissimo segnale di un saldo attivo.

Questo dato comunque non riesce a contrastare il saldo passivo di circa 10mila piccole imprese che si è avuto nel primo bimestre di quest’anno. Il saldo nel bimestre è positivo sia per il commercio al dettaglio alimentare, sia per la distribuzione no-food. Ancora in difficoltà il settore moda. A fare da traino alla crescita delle piccole imprese il Nord, mentre arrancano il Sud, il Centro e le Isole.

Nel centrosud, infatti, c’è stato nell’ultimo bimestre circa l’80% delle cancellazioni totali registrate in Italia nei due mesi di maggio e giugno.

Redazione online