Il Gangnam Style ha reso Psy il coreano più famoso del mondo. Ma dietro la danza c’è una vita complicata dal bere, dalla droga, dal carcere e dagli abusi subiti dal padre. Questo è ciò che è emerso in una intervista con il Sunday Times Magazine
La pop star coreana si trova in una piccola stanza senz’aria nel Dorchester, ha i pedi nudi e dei pantaloni neri. Davanti a lui ci sono tre pacchetti di sigarette, ma gli basteranno 60 sigarette? Lui fuma incessantemente, e quando non è il fumo, lui è in ansia e chiede la traduzione, e quando lui non chiede con ansia la traduzione, mi sta raccontando della sua infanzia e del suo papà violento, del suo bisogno “disperato” di attenzioni e del suo tempo passato in carcere, del bere, della droga, e delle bugie.
Lui beve tutto il giorno e tutta la notte. La vodka coreana è il suo “migliore amico“, è il suo “socio viziato“. Lui beve qualsiasi cosa: “whisky, vodka, tequila, qualunque cosa“, sospira. “Quando sono felice bevo, quando sono triste bevo, quando piove bevo, quando c’è il sole bevo. Se fa caldo bevo, se fa freddo bevo. C’è solo un momento nel quale non bevo: è quando devo smaltire i postumi di una sbornia“
Fonte: www.leggilo.net