Regole congressuali, ancora accesa la discussione nel Pd

Il logo del Partito Democratico (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Quella sulle regole da stabilire in vista del prossimo congresso del Partito Democratico, previsto in autunno, è la discussione che più di ogni altra tiene banco in queste ore all’interno del centrosinistra. Protagonista ancora una volta Matteo Renzi, che secondo quando affermano fonti interne al partito, sarebbe in tensione in attesa della decisione della Cassazione sul processo Mediaset, che potrebbe assestare un duro colpo alla tenuta del governo.

In ogni caso, il renziano Lorenzo Guerini ha spiegato: “Se il rinvio è di pochi giorni perché questa settimana ha già una serie di appuntamenti tra aula e Cassazione, non cambia la sostanza. Ma sia chiaro che se prima della pausa estiva non si conclude il lavoro di modifica, il risultato è uno solo: si usano le regole attuali, come dice Cuperlo”.

Chiede tempi rapidi il senatore marchigiano Francesco Verducci, giovane turco e sostenitore della candidatura di Gianni Cuperlo: “E’ plausibile che il segretario voglia rinviare di qualche giorno per aspettare la Cassazione, ma la direzione va fatta prima della pausa, così ci siamo lasciati la scorsa settimana. Non si può lasciare in sospeso un dibattito”.

Queste invece le priorità congressuali dettate in un’intervista a ‘L’Unità’ dal viceministro dell’Economia Stefano Fassina: “L’Europa, perché oggi l’Eurozona procede su una rotta di politica economica insostenibile e il 2014 sarà il settimo anno in cui aumenta la disoccupazione, altro che luce in fondo al tunnel. La ricostruzione di una democrazia efficace e quindi anche il nodo della forma partito. E il rapporto tra persona e lavoro, oggi segnata da una dolorosa regressione”.

Ha aggiunto Fassina: “Noi dobbiamo proprio eleggere un segretario forte, non un responsabile dell’Organizzazione. E aggiungo che alcuni di noi devono evitare di dare l’impressione di voler fare un congresso minimale per evitare danni al governo. Dobbiamo fare un congresso appassionato e impegnativo, eleggere un leader forte che si dedichi alla ricostruzione del Pd e al protagonismo verso il governo Letta”.

 

Giuseppe Gabriele Mastroleo