
Oltre ai danni psicologici individuali e le tragedie economiche che si consumano in seno a numerose famiglie italiane, il gioco d’azzardo graverebbe in maniera significativa sul budget dello stato.
E’ quanto emerge dai dati presentati dal giornalista di Avvenire, Luciano Moia, intervenuto alla presentazione di “Save the game”, un nuovo progetto contro il gioco problematico del Casinò di Campione d’Italia.
Secondo quanto sottolinea il giornalista nel 2011 sarebbero entrati 8 miliardi di euro dai proventi del gioco d’azzardo nelle casse dello Stato che, tuttavia, ne spenderebbe ben 6 miliardi in costi sociali legati alle ludopatie di cui soffrono, secondo gli ultimi dati disponibili, 800 mila giocatori patologici in Italia.
In questo scenario, come riporta l’Ansa, sono considerati non solo i giocatori patologici, ma anche circa 2 milioni di giocatori in Italia detti “borderline”: ovvero che sono al limite della patologia compulsiva.
Il gioco d’azzardo da una vera e propria emergenza sanitaria starebbe diventando anche un problema nell’ambito produttivo: “In un anno infatti – ha spiegato Moia – in Italia vengono persi l’equivalente di 69 milioni di euro in ore di lavoro, considerando la somma delle ore spese al tavolo da gioco delle tue tipologie di giocatori, patologici e borderline”.
Secondo il giornalista, le proiezioni delle ore lavorative perse rappresenterebbero per lo Stato un disavanzo di 4,8 miliardi di euro. Una cifra che se venisse sommata ai costi sociali porterebbe a 10 miliardi di euro la spesa pubblica: “Si può dire quindi che quello che sembra un affare per lo Stato in realtà è una perdita, sono 2 miliardi di perdita, una cifra enorme”, avrebbe concluso il giornalista.
Redazione