
La Svizzera e gli Stati Uniti avrebbero firmato ieri un accordo denominato “Joint Statement” (dichiarazione congiunta) in merito alla controversia fiscale tra le banche elvetiche e gli Usa.
La notizia sarebbe stata comunicata dal Dipartimento di giustizia americano ieri sera in tarda serata e confermata questa mattina dal Dipartimento federale delle finanze svizzero (Dff) che avrebbe sottolineato in una nota che l’accordo “definisce il quadro di cooperazione delle banche con le autorità statunitensi e rispetta la sovranità e l’ordinamento giuridico svizzero”.
In base all’accordo, le banche svizzere che avrebbero gestito capitali americani rischierebbero multe molto salate, tra il 20 e 50% del valore dei fondi sottratti dai clienti americani al fisco statunitense su conti aperti dal 1 agosto 2008.
Sul fronte statunitense, questo documento rappresenterebbe un passo importante nella lotta contro l’evasione fiscale tanto che, il ministro americano della giustizia Eric Holder avrebbe dichiarato come il programma stabilito tra i due paesi permetterà alle autorità di “rafforzare considerevolmente gli sforzi per perseguire con veemenza” coloro che tenteranno di eludere la legge statunitense.
Il documento è stato firmato dall’ambasciatore svizzero a Washington, Manuel Sager, e dal viceprocuratore generale del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DoJ), James Cole.
Questa mattina a Berna, la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf nell’ambito di una conferenza stampa avrebbe illustrato l’accordo che permetterà non solo alle banche di regolarizzare il passato ma che al contempo escluderebbe gli istituti oggetto di un’inchiesta penale in corso negli Stati Uniti.
“E’ un’accordo con il quale possiamo vivere, siglato con gli Stati Uniti per regolarizzare i problemi degli averi americani non dichiarati e depositati nelle banche svizzere, e che è stato raggiunto al termine di tre anni di negoziazioni”, afferma la consigliera svizzera che sottolinea che “adesso abbiamo un risultato sul quale possiamo guardare al futuro”
Secondo le stime, l’ammontare delle operazioni di regolarizzazione sarebbe di 1 miliardo di dollari circa e le banche che saranno suddivise in tre categorie pagheranno sanzioni.
Una controversa che dura da anni e nella quale gli Stati Uniti avrebbero accusato le banche svizzere di di aiutare cittadini americani ad evadere le tasse.
Il caso riepilogato da Adnkronos, risalirebbe a febbraio 2011 quando gli Usa presero di mira il Credit Suisse ma anche banche quali Hsbc Suisse, le banche cantonali di Basilea e Zurigo, Julius Bar e la Banca Wegelin.
Come riporta l’Agi, l’Associazione svizzera dei banchieri avrebbero commentato che “le multe sono al limite dell’accettabile” sottolineando che sarebbero economicamente non sostenibili.
Tuttavia, l’associazione spiega che questa sarebbe “l’unica soluzione per consentire alle banche di risolvere i problemi legali con gli Stati Uniti definitivamente e per creare certezza legale”.
In base al nuovo accordo, le generalità dei cittadini americani colpevoli di evasione fiscale in Svizzera e le informazioni sui conti da loro detenuti dovranno essere trasmesse al dipartimento americano, così come le banche saranno tenute a trasmettere i nomi dei cittadini americani che avrebbero trasferito i loro conti dalla Svizzera in paradisi fiscali.
Redazione