Marche: tre comuni vietano abbigliamento da venditrice del sesso per arginare la prostituzione

Donna attende un'automobile ( Ian Waldie/Getty Images)

E’ sicuramente destinata a far discutere l’ordinanza congiunta che è stata approvata nelle ultime ore dalle amministrazioni comunali di Fermo, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. Secondo quanto previsto dalla normativa diffusa che sarà valida fino al prossimo 30 ottobre i tre comuni si impegnano a mettere in campo una task force con cui tentare di arginale il fenomeno della prostituzione di strada, particolarmente diffuso nell’ultimo periodo e fonte di alcuni problemi di ordine pubblico come quello, registratosi qualche giorno fa, di una rissa tra clan che gestiscono il mercato del sesso.

Oltre ad attivare una serie di controlli a tappeto in strada, i sindaci delle tre cittadine hanno raggiunto un accordo per innescare provvedimenti punitivi nei confronti di chi esercita la prostituzione e di coloro che fruiscono del servizio. In particolare si potrà incorrere in una sanzione pecuniaria pari a 200 euro qualora si dovesse essere sorpresi a far salire sulla propria auto una donna o un uomo i cui abiti e i comportamenti richiamano quelli utilizzati da prostitute e viados. Proibito anche, ovviamente, barattare una prestazione sessuale in strada. Va da sé – e questo è l’aspetto più controverso della vicenda – che non sarà consentito nei tre distretti marchigiani vestirsi ed atteggiarsi da venditrici o venditori di sesso.

Il primo cittadino di Porto Sant’Elpidio ha inoltre fatto sapere che l’amministrazione potrebbe ricorrere persino alle ronde per tentare di arginare il fenomeno: “Non è escluso che nelle prossime settimane vengano coinvolti cittadini e associazioni per mettere a punto azioni dimostrative e creare un’azione di disturbo e conseguentemente dissuadere indirettamente il fenomeno della prostituzione nella fase della contrattazione con gli eventuali clienti”.

 

Redazione online