
L’Italia sta cambiando e si fa sempre più multietnica. A confermarlo è un’indagine della Camera di Commercio milanese che ha voluto, come ogni anno, fare una classifica dei nomi più diffusi tra i piccoli imprenditori del capoluogo lombardo. La ricerca ha prodotto una sorpresa: per la prima volta il nome proprio più frequente è risultato Mohamed. 1.600 i risultati per l’appellativo di origini arabe, mentre gli “italiani” Giuseppe e Marco si classificano rispettivamente al secondo e terzo posto.
Il lavoro della Camera di Commercio evidenzia, al di là del dato folkloristico relativo all’uso dei nomi, che sono sempre di più, tra i piccoli imprenditori milanesi quelli di provenienza extraeuropea. Rosticcerie, ristoranti, piccoli supermercati, imprese edili sono sempre più luoghi di contaminazione etnica, culturale e religiosa.
“Sono 34.278 le imprese straniere a Milano (ovvero imprese con partecipazione di controllo e di proprietà detenuta in misura superiore al 50% da persone non nate in Italia), pari al 12% delle attive (+0,8% in un anno), più diffuse di quanto accada nella regione (9,9%) e nel resto del Paese (8,4%). Nel corso dell’ultimo anno sono cresciute del 7,4% (variazione percentuale dello stock), con saldo tra imprese iscritte e cessate pari a +2.523 unità (pari al 42% del totale). Rispetto alle imprese con titolare italiano durano in media anche di più (quasi 9 mesi in più), un dato che raddoppia tra i marocchini, egiziani ed ecuadoregni”, c’è scritto nel comunicato diffuso dall’organizzazione. Insomma, sono anche i migranti a far “girare l’economia”.
A confermarlo anche l’indagine sui cognomi dei residenti che ha attestato come – sebbene in questo ambito gli italiani prevalgano – siano tra i primi posti quelli di origini cinesi.
Non va così bene come per i migranti di prima e seconda generazione per le donne. Maria, il nome più diffuso tra le imprenditrici, è l’unico “al femminile” diffuso tra i primi 15 posti.
Redazione online