
Il presidente siriano Bashar al Assad, indicato dal segretario di Stato Usa Kerry come nuovo Hitler per i massacri in Siria con l’uso del gas, ha dichiarato in un’intervista alla tv Rossia 24 di aver accettato di sottoporre il suo arsenale di armi chimiche al controllo della comunità internazionale grazie al piano presentato dalla Russia. “La Siria mette le armi chimiche sotto il controllo internazionale per la Russia”, ha detto Assad, sottolineando che “le minacce Usa non hanno influenzato la decisione“.
Nel pomeriggio, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha ricevuto dal governo siriano la lettera con cui il Paese si impegna formalmente a mettere il proprio arsenale chimico sotto il controllo internazionale e ad aderire alla Convenzione del 1993 sulle armi chimiche, che ne vieta la produzione e l’uso.
Nell’intervista all’emittente russa, il presidente siriano ha invitato gli Stati Uniti a “rinunciare ai loro progetti militari contro Damasco usando come motivo per l’attacco un pretesto artificioso“. Inoltre, Assad ha detto che lo smantellamento delle armi chimiche in Siria non deve essere unilaterale, cioè riguardare solo il governo, e che gli Stati Uniti devono smettere di minacciare Damasco e di armare i ribelli dell’opposizione.
Ed è proprio l’opposizione dell’esercito siriano libero a manifestare la propria netta contrarietà alla proposta russa di mettere sotto controllo l’arsenale chimico di Damasco. Secondo gli oppositori del regime siriano, infatti, si tratta solo di “una manovra politica per guadagnare tempo”.
Dello stesso avviso dei ribelli è il premier turco Erdogan, che accusa Assad di voler “guadagnare tempo”. “Il regime di Assad – ha detto – non ha finora rispettato nessuno dei suoi impegni e ha tradito tutte le sue promesse” (in merito si possono ricordare i vari di piani di pace proposti senza successo dall’ex segretario dell’Onu Kofi Annan e dalla Lega araba). “E’ come uno che avendo guadagnato tempo continua a guadagnare tempo per poter commettere nuovi massacri“, ha affermato il primo ministro turco. “Riguardo le armi chimiche, noi non gli crediamo più, non abbiamo fiducia”, ha concluso.
“C’è una possibilità per la pace in Siria e non dobbiamo lasciarcela sfuggire”, ha ammonito il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, prima di incontrare a Ginevra il Segretario di Stato americano John Kerry. A sua volta il segretario Usa ha avvertito Assad che “le parole non bastano, servono passi concreti. Sia chiaro che non permetteremo un altro attacco chimico”, ha ribadito. “Se l’accordo sulla Siria fallisce, l’uso della forza potrebbe essere necessario“, ha avverito il segretario di Stato Usa. Oggi a Ginevra Kerry e Lavrov si sono incontrati per trovare una soluzione sul controllo internazionale dell’armi chimiche di Assad, in modo da evitare l’intervento militare in Siria voluto da Barack Obama. Al termine dell’incontro, Kerry ha precisato che Stati Uniti e Russia continuano ad avere posizioni diverse su chi ha usato le armi chimiche nell’attacco dello scorso 21 agosto alla periferia di Damasco. Il Ministro degli Esteri russo, tuttavia, è fiducioso che l’intervento militare non ci sarà, in quanto ormai non ha più senso, e ha assicurato che Mosca si impegnerà perché si arrivi a un compromesso. “Ci sono aspettative molto elevate per un accordo che potrebbe salvare vite umane – ha detto Kerry -. Ma la Russia e la Siria devono mantenere le promesse“.
Redazione