
La Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato è tornata a riunirsi questa mattina alle 9,30, dopo la riunione di ieri, per proseguire la discussione generale sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, in seguito alla sua condanna in via definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. Domani sera alle 20.30 si terrà il voto finale della giunta sulla relazione del senatore del Pdl Andrea Augello. “Questa mattina con gli ultimi nove interventi concluderemo la discussione generale. Il calendario non si modifica, domani sera è previsto il voto”, ha spiegato ai giornalisti il presidente della Giunta Dario Stefàno di Sel. Il voto finale sembra ormai definitivamente orientato per la decadenza del Cavaliere e il senatore Augello è ormai rassegnato alla bocciatura della sua relazione che invece è contraria. Il senatore del Pdl ha proposto infatti che la Giunta del Senato chieda prima un parere, sulla decadenza o meno di Berlusconi ai sensi della legge Severino, alla Corte costituzionale o alla Corte di Giustizia europea di Lussemburgo. Secondo gli esponenti del Pdl, infatti, la legge è incostituzionale perché la sua applicazione al caso Berlusconi comporterebbe la retroattività di quella ritengono una sanzione penale – la decadenza da parlamentare – e non una mera sanzione accessoria come invece sostengono le altri parti politiche. Infatti, la legge Severino, che prevede la decadenza dei parlamentari condannati ad una pena superiore ai due anni (Berlusconi è stato condannato a 4) è stata approvata alla fine del 2012, dopo i fatti per cui Berlusconi è stato condannato. Si questo tema verte lo scontro politico e si inserisce anche il ricorso presentato dal Cavaliere alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo (che non fa parte dell’Unione europea, come invece la Corte di Lussemburgo) contro la legge Severino, che violerebbe le norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Nel frattempo sono circolate indiscrezioni su possibili dimissioni di Berlusconi prima del voto. “Non so se Berlusconi sia capace di un gesto che sarebbe utile al Paese – ha detto il senatore del M5S in Giunta, Mario Giarrusso -, questa tragica sceneggiata va avanti da troppo tempo. Per me dovrebbe andarsene in silenzio, come accade altrove”. Secondo la senatrice del Pd Stefania Pezzopane le dimissioni di Berlusconi “sarebbero una mossa giusta, avrebbe dovuto farla già all’indomani della sentenza come segno di responsabilità nei confronti del Paese, del Parlamento e delle leggi dello Stato”.
Domani sera, qualora la Giunta del Senato bocciasse la relazione di Augello, cosa molto probabile, dato che Pd, Movimento 5 Stelle e Scelta Civica sono orientati in questo senso, con 13 voti di maggioranza sui 23 dei componenti di Giunta, il presidente Stefàno dovrà scegliere un nuovo relatore, espressione della maggioranza creatasi nel voto, e convocare, dopo dieci giorni, la seduta pubblica di “contestazione” della carica di senatore, nella quale Berlusconi in persona o i suoi legali potranno portare nuove argomentazioni contro la decadenza. Quindi la Giunta delle immunità si ritirerà in camera di consiglio per deliberare, infine la questione passerà al Presidente del Senato Pietro Grasso che dovrà calendarizzarla per il voto dell’Aula di Palazzo Madama, che non si terrà prima della metà di ottobre. In prossimità dell’udienza, il 19 ottobre, della nuova sezione della Corte di Appello di Milano, che in seguito all’annullamento parziale della sentenza di condanna da parte della Corte di Cassazione, dovrà fissare un nuovo termine per la pena dell’interdizione di Berlusocni dai pubblici uffici. Nella sentenza di condanna in secondo grado, infatti, era stato fissato a cinque anni, la Cassazione accogliendo i rilievi del Procuratore genarle, che ne aveva chiesti solo tre, ha rinviato la questione alla Corte di Appello.
Intanto sono scoppiate le polemiche sul voto dell’Aula del Senato, con il Movimento 5 Stelle che chiede il voto palese sulla decadenza di Berlusconi. Il Pd si è limitato a chiedere un voto “trasparente”, mentre il Pdl difende con forza il regolamento del Senato che prevede la possibilità del voto segreto. Il presidente del Senato Grasso ha detto che sul voto segreto si è aperto un “un dibattito surreale”, perché “esiste una regola del Senato che dice che il voto personale è segreto”, ma, ha precisato, “c’è la possibilità di modificare il regolamento, le forze politiche potrebbero trovare la maggioranza per farlo”.
Annunciato in un primo momento per questa sera, l’atteso videomessaggio di Berlusconi sarà mandato in tv domani. Stando ad indiscrezioni il videomessaggio non dovrebbe annunciare una crisi di governo, ma solo il ritorno a Forza Italia e la chiamata a raccolta dei suoi sostenitori.
Redazione