
Il temuto aumento dell’aliquota Iva dal 21% al 22%, che scatterà in automatico dal 1° ottobre qualora non intervenisse un provvedimento del governo a bloccarlo, si potrebbe evitare facendo pagare l’Imu sulla prima casa ai ricchi. E’ quanto sostiene in un’intervista all’Unità il viceministro dell’Economia, il Pd Stefano Fassina.
“Per me è più importante bloccare l’Iva che eliminare l’Imu sulla prima casa“, ha detto Fassina. Il viceministro ha spiegato che per reperire le risorse necessarie alla copertura del mancato aumento dell’Iva, “basterebbe una modifica molto marginale” alle recenti misure adottate per eliminare l’Imu sulla prima casa: “Sarebbe sufficiente la cancellazione per il 90% dei proprietari e lasciamo contribuire il 10% delle abitazioni di maggior valore“. In questo modo, sostiene Fassina si otterrebbe “un risparmio di 2 miliardi“.
Ai microfoni di Radio1 Rai, il viceministro dell’Economia ha spiegato che servono “più o meno 5 miliardi di euro” per finanziare diversi provvedimenti: dallo stop all’aumento dell’aliquota Iva, alla cancellazione della seconda rata dell’Imu, alla cassa integrazione in deroga, fino alle missioni internazionali. Il tutto senza sforare la soglia del 3% del deficit. Come del resto ha ammonito chiaramente il Commissario europeo agli affari economici Olli Rehn durante la sua recente visita in Italia. Le risorse sono dunque limitate e sarà difficile fare tutto, è la conclusione di Fassina, che propone per questo di far pagare l’Imu ai più ricchi, invece di cancellarla per tutti. “Noi non consideriamo ancora concluso nulla”, ha precisato.
Redazione