E’ iniziata oggi a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, l’assemblea del Partito Democratico, al termine della quale, secondo quanto previsto, dovrebbe venire fuori la data delle primarie di partito per l’elezione del nuovo segretario, che vada a sostituire il reggente Guglielmo Epifani, subentrato a Pierluigi Bersani dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio che avevano visto il Pd primo partito a livello nazionale, pur senza sfondare come previsto dai sondaggi.
Proprio Epifani, nella sua relazione iniziale, ha fatto sapere: “Il tema della pacificazione non ha fondamento. Per noi il governo di servizio è un’altra cosa: traghettare il paese verso un piano economico e sociale meno inclinato. Tutto il mondo civile non fa altro che applicare le sentenze della magistratura”. Duro l’attacco all’ex premier e leader del centrodestra Silvio Berlusconi: “È chiara l’ipoteca che Berlusconi pone: non più un governo di pacificazione, ma un governo che deve avere un contenuto e un programma di parte, che sarebbe quella del centrodestra”. Poi sulla data per l’elezione del segretario: “Propongo di fissare la data per lo svolgimento finale del congresso l’8 dicembre”.
Ha aggiunto Epifani: “Il presidente del Consiglio l’ha detto che non ci sta a farsi logorare. Sará lui che si impegnerá, sono sicuro, a mettere alla prova la volontá di chi sostiene il governo. Non si può affrontare questa fase restando al buio o con strategie diverse tra i soggetti che danno vita al governo di servizio”. Secondo il segretario del Pd, “la maggior parte dell’opinione pubblica chiede che il governo vada avanti e perchè il governo di servizio vada avanti non è sufficiente la responsabilità di uno solo, la nostra scelta e la nostra disponibilità. La caduta del governo mi pare fuori dall’orizzonte delle cose che possono convenire nell’ottica del centrodestra. Ma il rischio è quello di un logoramento, una fibrillazione continua, una minaccia e un ricatto continuo che si alterna alla blandizia. Non è accettabile”.
Intanto, in una lettera inviata all’Assemblea, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha spiegato: “Per la prima volta da quando il nostro partito è nato non partecipo a una riunione dell’Assemblea Nazionale. È una rinuncia che naturalmente mi costa. È, tuttavia, una scelta naturale, perfino scontata, dal momento che quello che prende avvio oggi è un percorso congressuale che seguirò sì con grande attenzione, ma senza prendervi parte attiva per via del ruolo che ho l’onore e la responsabilità di rivestire”. Letta ha anche fatto sapere che non parteggerà “per nessuno dei candidati in campo e m’impegno sin d’ora a relazionarmi col segretario eletto, chiunque sia, con rispetto e unità d’intenti. Mi auguro che la nettezza di questa scelta metta fine a gossip e a retroscena più o meno maliziosi”.
Infine, proprio oggi, è stato firmato un appello da autorevoli esponenti del Pd, vale a dire Fabrizio Barca, Goffredo Bettini, Felice Casson, Pippo Civati, Laura Puppato, Debora Serracchiani, nel quale si chiede agli elettori del partito “di iscriversi. Di farlo fin da oggi e di invitare altre persone a farlo. Questo consentirà di ampliare la base della nostra democrazia interna e di avere una leadership autorevole, riconosciuta e pienamente legittimata”.
I firmatari spiegano che “da tempo chiediamo un congresso aperto al quale possano partecipare non solo gli iscritti, ma anche gli elettori e i simpatizzanti. Un congresso con regole semplici, chiare e trasparenti. Un congresso che diventi luogo di discussione e scelta per milioni di persone. In ogni caso ci sarà un solo modo per cambiare il Partito Democratico: entrarci”. Concludono gli esponenti democratici: “Ne vale la pena. Non per noi, non per chi sarà il prossimo segretario, ma per il Partito Democratico. Che è un po’ come dire per l’Italia”.
Redazione online
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