
Il ministro dell’Interno francese, Manuel Valls ha creato non poco imbarazzo al Governo socialista in carica dopo aver dichiarato le proprie opinioni sull’impossibilità di integrare i Rom in Francia.
DIVISIONI DEL GOVERNO
Queste affermazioni hanno fatto scaturire un vero e proprio battibecco che ha diviso il partito socialista e ha visto in prima linea il ministro dello Sviluppo Economico Arnaud Montebourg che ha duramente criticato il ministro ricordando a Valls le sue origine spagnole, essendo nato a Bercelloma, e che è figlio di un immigrato spagnolo, che abbandonò il Paese sotto la dittatura di Franco e che è stato naturalizzato francese solo nel 1982.
“Una teoria come quella secondo la quale una persona di certe origini non sarà mai in grado di integrarsi non sta semplicemente in piedi”, ha detto Montebourg, aggiungendo che “questo è quanto si dice degli italiani, degli spagnoli (come Valls), dei portoghesi e degli arabi”.
Se da una parte la portavoce del governo, Najat Vallaud-Belkacem, è intervenuta in soccorso a Valls sottolineando la “fermezza e l’umanità” della politica del governo sui rom, dall’altra al fianco di Montebourg, si sono schierati molti politici tra i quali l’ecologista Cecile Duflot, prendendo le distanze dalle affermazioni di Valls.
Dal canto suo, Valls intervistato da RMC-BFM Tv ha dichiarato di non dover correggere le sue posizioni: “I miei propositi scandalizzano solo coloro che non conoscono il dossier. Non voglio polemizzare con un membro del governo. La maggioranza dei Rom deve essere accompagnata alla frontiera. Non siamo qui ad accogliere questa popolazione. Inoltre – ribadisce Valls- gli accampamenti creano problemi maggiori sia per i loro occupanti che per i loro vicini. Bisogna smantellarli dal momento in cui è stata pronunciata una decisione da parte del tribunale. Infine, è una situazione che dal punto di vista sanitario e della sicurezza è inaccettabile”.
RETROSCENA
Pomo della discordia sarebbero gli oltre 10mila rom che sono stati spostati da insediamenti provvisori nella prima metà dell’anno secondo Amnesty International che ha lanciato un appello “stop agli sgomberi”.
Infatti, secondo i media, le affermazioni di Valls giungono in un periodo molto teso in cui il Governo ha messo in opera una linea di fermezza nei riguardi dei Rom, smantellando numerosi campi in queste ultime settimane. Inoltre, le associazioni denunciano che tra i 15 mila e 20 mila rom che vivono in Francia, circa 5.000 circa sono già stati espulsi negli ultimi tre mesi.
Per il ministro Valls, sarebbe un’illusione pensare di risolvere la questione rom con l’integrazione: “Ci illudiamo che il problema dei rom si possa risolvere con l’integrazione. Queste popolazioni hanno modi di vita molto diversi e in contrasto con i nostri.L’integrazione interessa solo poche famiglie. Non ci sono soluzioni alternative allo smantellamento dei campi nomadi e al rinvio dei rom alla frontiera. La loro aspirazione è tornare in Bulgaria e in Romania”, ha affermato Valls. Tanto che, come riporta il Sole 24 ore, per Valls la soluzione di integrazione dovrebbe essere risolta dalle autorità rumene.
REAZIONE UNIONE EUROPEA
Immediata la replica della Commissione Europea che ha richiamato la Francia minacciandola di sanzioni.
La vice presidente della Commissione europea, Viviane Reding, ha ricordato che l’Ue mette a disposizione fino a “50 miliardi di euro” per l’integrazione dei rom.
Un monito con il quale Bruxelles ha sottolineato che la Francia ha utilizzato poco questi fondi europei tesi all’integrazione. Infatti, in base ai dati i circa 20.000 rom, in prevalenza rumeni e bulgari, che vivano in Francia possono esercitare solo 300 professioni specifiche.
Non a caso la Francia già nel 2010 rischiò una sanzione.
Il portavoce della commissione europea Olivier Bailly ha condannato le affermazioni di Valls evidenziando che “la libertà di risiedere in un altro paese del’Unione europea è un diritto fondamentale che hanno i cittadini europei, che siano rumeni, bulgari o francesi. Bisogna sottolineare questo punto”.
Redazione