
Hanno sollevato un polverone le parole, pubblicate ieri all’interno di una pagina Facebook dedicata alla questione dei marò italiani arrestati in India, dell’entourage di Emma Bonino. “Non è accertata la colpevolezza, e non è accertata l’innocenza. I processi servono a questo”, è stato scritto da parte della Farnesina sul web in relazione al caso dei fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre accusati dalle autorità dello stato indiano del Kerala di omicidio colposo.
A rispondere al commento di Bonino è stato l’ex ministro degli Esteri del governo Monti, Giulio Terzi, dimessosi proprio in corrispondenza del ritorno in India dei militari italiani nel marzo scorso. L’ex intestatario della Farnesina ha ribattuto alle parole dello staff della ministra con un twett nel quale si legge: “#Marò: credo loro innocenza perche’ l’hanno affermata sin da inizio. Perche’ ns Istituzioni pongono ora dubbi legittimando processo in #INDIA?”.
Con altri cinguettii, Terzi ha poi sviscerato nei dettagli la questione ed ha messo in discussione la legittimità del processo che i magistrati indiano stanno portando avanti: “Certo che ci vuole un processo ma è legittimo solo se lo Stato ha Giurisdizione. E l’India non ce l’ha, il fatto è avvenuto in acque internazionali”, ha scritto. “#Marò: tutto peggio con rinvio in India. Se continuiamo rinunciare a Corti Onu e far valere ns diritti,altro che show! Lo faranno gli indiani”, ha continuato.
Redazione online