
Un gravissimo episodio di bracconaggio si è verificato nelle scorse ore in Trentino: un orso bruno, nome in codice M2, è stato trovato infatti morto nella zona della Val Rendena, con un proiettile conficcato nella zampa. Sembra quasi certo, dunque, che a causarne la morte sia stata una battuta di caccia illegale, che secondo i primi accertamenti sarebbe stata una ritorsione contro il povero animale, accusato della morte di dieci asini e alcune manze avvenuta circa un anno fa. L’orso bruno è una specie protetta dal 1939, dopo che tra Ottocento e Novecento centinaia di esemplari furono massacrati nella zona.
“L’orso non ha mai attaccato le persone”, ha sostenuto il presidente dei cacciatori trentini Giampaolo Sassudelli, aggiungendo: “Non siamo noi quelli a cui l’orso dà fastidio, ma e verrà fuori che il responsabile è uno dei nostri gli ritireremo la licenza a vita”. Gli fa eco un assessore della valle, che racconta: “Ho le api in quella zona e negli ultimi mesi non ho avuto alcun problema”. Sul caso sta indagando il Corpo Forestale dello Stato, anche se la notizia era un po’ nell’aria: dopo quanto accaduto lo scorso anno, infatti, si era costituito un comitato contro gli orsi, formato in particolare da persone a cui era stato ucciso del bestiame, ma anche da alcuni assessori e consiglieri comunali.
La morte di M2 riporta con la memoria all’uccisione di ‘Bruno’, nome con il quale era conosciuto Jj1, l’orso bruno che aveva abbandonato il Parco dell’Adamella, nel Trentino, e che per due settimane, nel giugno 2006, aveva girovagato in Germania, prima di essere ucciso da alcuni cacciatori. All’orso, divenuto popolarissimo anche a livello mediatico, il noto gruppo rap militante ‘Assalti Frontali’ ha dedicato un brano, nel quale viene raccontata la sua storia.
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