
Greenpeace ha lanciato un’allarme su Fukushima, nei confronti dell’area in cui le autorità locali e il governo stanno valutando una revoca del divieto di risiedere in questa zona.
L’area compresa in un raggio di 20 km dalla centrale nucleare di Fukushima, evacuata dopo il disastro provocato dallo tsunami e da un terremoto avvenuto l’11 marzo del 2013, non è stata bonificata correttamente secondo quanto denuncia l’associazione ambientalista.
All’indomani dell’incidente alla centrale nucleare, oltre 160mila residenti della zona di Fukushima sono stati evacuati dalle loro case.
Greenpeace sostiene che la contaminazione del suolo continua a presentare livelli elevati: a cominciare dalla città di Tamura, dove la popolazione è stata autorizzata al rientro.
Nel suo articolo di denuncia intitolato “Il terribile dilemma per i residenti di Tamura”, Greenpeace international, scrive che il governo incoraggia i cittadini a tornare nella loro città. Tuttavia, scrive l’associazione, gli esperti Greenpeace hanno riscontrato alti livelli di radiazione nella città di Tamura.
La decontaminazione risulta efficace per le abitazioni e le strade principali, ma non per buona parte del terreno aperto, dichiara Greenpeace che afferma che la bonifica della regione attorno alla centrale nucleare di Fukushima è “insufficiente” per poter autorizzare gli abitanti a tornare nelle loro case.
E’ quanto afferma Jan Van de Putte, esperto di Greenpeace che spiega che le case e le strade sono come delle “isole” e dei “corridoi” in una regione ancora completamente inquinata.
Redazione