Ue, Premio Sakharov assegnato a Malala: “Eroica ragazza”

Malala Yousafzai (Getty images)

Il Parlamento Europeo ha riconosciuto il coraggio e l’impegno a favore dell’istruzione femminile in Pakistan della giovane 16enne pakistana Malala Yousafzai assegnandoli il premio Sakharov, prestigioso riconoscimento per la libertà di pensiero e la lotta per i diritti umani al quale concorrevano anche Edward Snowden e tre dissidenti bielorussi, Ales Bialatski, Eduard Lobau e Mykola Statkevich, che sono nel carcere di Minsk.

Malala ritirerà il premio il 20 novembre, durante la seduta plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo e secondo quanto ha affermato il presidente dell’Eurocamera, Martin Schulz, sarà “un grande momento nella storia del Parlamento” perché questo premio dimostra “a tutte le donne e gli uomini che nel mondo lottano per i propri diritti che hanno un alleato al loro fianco: il Parlamento europeo”.
“Aveva 11 anni, quando le hanno detto ti uccidiamo, perché voleva andare a scuola”. E lei, sottolinea Schulz non si è arresa: “Ma quanto coraggio ci vuole?”, si domanda il presidente dell’eurocamera.

La giovane, che sfidò a tredici anni i talebani, è diventata celebre per il blog che curava per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne, e la loro occupazione militare del distretto dello Swat.
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola.

Ma lei più forte che mai è sopravvissuta all’attentato dimostrando al mondo intero che “i libri e le penne sono più forti delle pallottole”. E’ quanto ha dichiarato Malala nel discorso che ha tenuto alle Nazione Uniti nel mese di luglio di quest’anno e durante il quale indossava lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto.

La giovane era anche anche candidata al Nobel per la Pace 2013 che però è stato assegnato all’Opac.

Oggi Malala vive nel Regno Unito e sta continuando la sua lotta per il diritto allo studio, mentre i talebani continuano a minacciarla di morte. Proprio ieri, all’annuncio dell’assegnazione del Premio Sakharov, i talebani hanno lanciato la loro ennesima minaccia: “Malala non ha fatto nulla per meritarlo, la uccideremo”.
Stando a quanto riporta Polisblog, il portavoce del movimento dei talebani del Pakistan, Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), Shahidullah Sahid, commentato il premio ha dichiarato che “cercheremo ancora di uccidere Malala, magari anche in America o nel Regno Unito. I nemici dell’Islam la stanno premiando perché ha abbandonato la nostra religione e si è secolarizzata”.

Ma Malala non demorde e da Birmingham, dove vive, dichiara di voler tornare a casa: “Sono sopravvissuta per una ragione, utilizzare la mia vita per aiutare la gente”.
E così, la piccola “ragazza eroica”, come l’ha definita Schulz, non solo tornerà a casa, ma vorrà anche guidare il paese: “Voglio diventare premier del Pakistan”, ha detto Malala in un’intervista rilasciata alla giornalista della Cnn, Christiane Amanpour.
“Voglio diventare il dottore del mio Paese. Credo che sarebbe bello perché grazie alla politica posso salvare tutto il mio Paese”, ha aggiunto la giovane.

“Potrei destinare gran parte del budget all’educazione e potrei anche dedicarmi agli affari esteri”, ha affermato Malala che in merito alla sua candidatura al Premio Nobel ha dichiarato che “sarebbe un grande onore, che non merito”.
“Se dovessi vincerlo, mi aiuterebbe a continuare questa campagna per l’istruzione delle ragazze”, ha poi concluso Malala.

Redazione

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