Shutdown, vertice Obama e Repubblicani: salta accordo su tetto del debito

Presidente degli Stati Uniti Barack Obama (Getty images)

Al termine di un vertice durato oltre 90 minuti alla Casa Bianca, tra il presidente americano Barack Obama e una ventina di deputati del Grand Old party, guidati dallo speaker repubblicano John Boehner al momento sembra scemare un accordo sulla proposta dei conservatori avanzata ieri sullo sfondamento del debito per un periodo limitato a sei settimane.

Obama ha rifiutato il piano dei repubblicani di innalzare temporaneamente (fino al 22 novembre) il tetto del debito, sul quale l’amministrazione deve trovare una accordo entro il 18 ottobre.
Tuttavia, le due ali al Congresso hanno aperto una strada per la trattativa sui temi fiscali.

Come riporta il Fattoquotidano, “ufficialmente la proposta dei repubblicani di innalzare il tetto del debito fino al 22 novembre non implica alcuna condizione. Si tratta infatti di una clean resolution. Tuttavia, come sottolinea una fonte repubblicana a Politico.com, la scelta di questa data non è casuale. Il piano repubblicano, nel caso in cui fosse passato, avrebbe impedito al al Tesoro di utilizzare le cosiddette misure straordinarie a sua disposizione per pagare i suoi debiti. Inoltre- spiega il quotidiano- il piano avrebbe portato Camera e Senato a nominare propri rappresentanti per trovare un accordo sul budget, quello che sinora è mancato, provocando lo shutdown”.

Trattative ancora in corso dunque ma in un clima di distensione. Infatti, secondo quanto riporta Rainews, Eric Cantor, capogruppo repubblicano alla Camera, ha definito l’incontro “utile e produttivo” e ha assicurato che il confronto continuerà.
In un comunicato la Casa Bianca riferisce che “dopo una discussione su possibili passi avanti, non è stata presa alcuna decisione specifica” evidenziando che il vertice è stato un “buon incontro”, e che il Presidente “non vede l’ora di fare progressi, continuando il confronto con tutti i gruppi di Capitol Hill”.
Obama mira all’immediata riapertura dello Stato Federale e non intende rimettere in dicussione la riforma sanitaria. Tesi confermata anche dal presidente democratico della Commissione Finanze al Senato, Max Baucus che ha detto che la campagna repubblicana per minare la legge sanitaria “non era in discussione” nella trattativa.

Ma il fronte conservatore risulta diviso. Da una parte alcuni parlamentari sono disposti ad un dialogo dall’altra una parte rilevante del Tea Party è contraria al rinvio del debito.
Dal canto loro i Democratici sono irremovibili sul fatto che non sarà accettata un’intesa sul debito senza un accordo che ponga fine prima allo shutdown.

Una situazione che sta assumendo tragici scenari: a causa del blocco delle attività delle agenzie federali, centinaia di migliaia di impiegati sono ora senza lavoro mentre le imprese private, tra produttori di armi ma anche motel stanno cominciando a licenziare il personale. La Bbc scrive che il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha detto ieri che circa 15.000 dipendenti del settore privato hanno presentato un’istanza di sussidio di disoccupazione a causa dello shutdown.

Come riporta la Bbc, la manovra dei Repubblicani rischia di far perdere consenso al partito. Infatti, dalle proiezioni emerse da un recente sondaggio, la maggior parte dei cittadini americani rimprovera i Repubblicani e li accusa di essere parzialmente colpevoli dello shutdown del governo. Il sondaggio è stato promosso dal Wall Street Journal/NBC News: un 53% dei cittadini ritiene i Repubblicani responsabili della crisi, a fronte di un 31% che ritiene i Democratici responsabili.
Ma non solo. Secondo quanto riporta la abcnews molti governatori delle contee e i veterani del partito Repubblicano accusano il Tea party di macchiare il Gop (Gran Old Party, partito repubblicano, ndr) con il loro rifiuto di piegarsi ad un bivio sul tema del bilancio.

Redazione

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