Renzi a Bari per leadership Pd: “Italia ferma da 20 anni, è ora di cambiare”

Matteo Renzi (Getty Images)

La prima tappa di Matteo Renzi per conquistare la leadership del Partito democratico è stata la città di Bari: ”Sul carro non si sale, si spinge’ – ha esordito il sindaco Firenze davanti al Primo cittadini di Bari e altri esponenti del Pd.

I sondaggi danno per scontata la vittoria di Renzi ma lui, un pò per scaramanzia, un pò per convinzione, non vuole dare niente per certo e sprona i militanti ad ”essere protagonisti” e dare ”il nome dei nostri sogni al paese”.

”Il Governo non si caratterizza per quanto dura ma per le cose che fa. Se fa le cose utili noi lo sosteniamo. Non vogliamo mettere bandierine come Brunetta ma fare in modo che le cose si facciano. E’ triplice, infatti, la scommessa che Renzi annuncia, promettendo che manterrà le promesse con la ”coerenza di chi si mette in gioco”.

 

Duro affondo contro l’amnistia e l’indulto: ”Affrontare oggi il tema dell’amnistia e dell’indulto è un clamoroso errore, un autogo” attacca chiedendo riforme strutturali e prima di tutto l’abolizione della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi. Così come l’annuncio, dopo aver ringraziato Roberto Giachetti in sciopero della fame, che a novembre presenterà una proposta di riforma elettorale, il cosiddetto ‘sindaco d’Italia’, che faccia del Pd la ”sentinella del bipolarismo”.

 

Una proposta che metta fine a perdite di tempo e ”giochetti”, avverte spiegando, in polemica con il vertice del suo partito, che la riforma del Porcellum deve partire dalla Camera, dove ci sono i numeri con Sel e Scelta Civica, e non restare impantanata al Senato. Il messaggio è chiaro: ancor prima di scalare il partito, Renzi vuole iniziare a dare le carte, ad incidere. E pazienza, come lui stesso ammette, se ”per alcuni del Pd la mia candidatura è una sorta di rassegnato abbandono, un male necessario”.

 

Redazione online