Quagliariello rilancia: “Amnistia anche per il Cavaliere”

Gaetano Quagliariello (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

La querelle sull’amnistia e su un eventuale coinvolgimento di Silvio Berlusconi – condannato dalla Corte di Cassazione a quattro anni di pena – nel provvedimento congiunto elaborato da Quirinale e Ministero della Giustizia, si arricchisce quotidianamente di nuovi particolari. Oggi, a riguardo, è intervenuto il ministro del Pdl alle Riforme, Gaetano Quagliariello. In un’intervista per il programma radiofonico Faccia a faccia Quagliariello ha risposto a quanto affermato dal Guardasigilli, Anna Maria Cancellieri, in merito all’inserimento del Cavaliere nell’elenco dei beneficiari dell’indulto: “Credo che Cancellieri sia stata fraintesa, le sue parole sono state male interpretate – ha detto il ministro – Penso che nessuno possa ritenere che una legge possa non essere applicata a un solo cittadino”.

“Se ci sarà una legge su amnistia e indulto dovrà essere applicata a tutti i cittadini, Berlusconi compreso”, ha specificato ulteriormente Quagliariello. Il politico ha difeso il lavoro del Colle e del ministero presieduto da Cancellieri ed ha detto che questo primo passo – il quale spera si compierà il prima possibile – dovrebbe essere inserito all’interno di un più ampio lavoro teso a riformare il sistema della giustizia italiano.

Sulle controversie interne al Pdl e sulla presunta spaccatura verificatasi in corrispondenza del voto di fiducia al governo Letta, Quagliariello è stato chiaro: “Meglio due partiti che un litigio permanente, ma speriamo di evitare anche il litigio nello stesso partito”.

Il ministro si è poi lasciato andare ad alcune dichiarazioni sulla querelle che in questi giorni sta tenendo banco in seno alla comunità romana relativo alle esequie e alla tumulazione dell’aguzzino nazista Erich Priebke. Queste le parole di Quagliariello: “Credo che il diritto cristiano a una sepoltura dignitosa vada preservato per tutti. Questo è un problema di convenienza. La cosa importante è tenere la vita e la morte, fino a che possibile, fuori dalla vita polemiche pubbliche”.

Redazione online