Ancona: cariche della polizia alla manifestazione di precari, disoccupati e migranti

Migrante manifesta (TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

Il vertice Italia-Serbia che si è svolto ad Ancona ha visto come protagonisti non tanto il governo di Enrico Letta e quello belgradese di Ivica Dacic, ma la piazza del capoluogo dorico, dove centinaia di attivisti dei Centri sociali marchigiani, di Sel, Prc, Pdci hanno manifestato contro austerity e precarietà. Il corteo di cittadini e militanti era stato annunciato nei giorni scorsi e prometteva di portare la voce di disoccupati, migranti, precari e sfrattati sotto i palazzi della Regione Marche in cui, per la giornata di oggi, era previsto il meeting transnazionale.

Dalle 14:00 alle 16:30 circa la protesta – che non ha ricevuto l’autorizzazione da parte della Questura cittadina, nonostante le pressanti richieste – ha paralizzato le vie del centro anconetano ed ha fatto parlare di sé in in regione e altrove. Le grida contro l’austerity che, dicono i manifestanti, è avallata dall’esecutivo Letta sono giunte a pochi passi dalla sede istituzionale. Bloccati presso la rotatoria di via Marconi, gli attivisti sono riusciti ad eludere parte dei massicci controlli di polizia posti a limitare la zona rossa del convegno e, una volta entrati nell’area off-limts, sono stati caricati dalle forze dell’ordine.

Nel corso dell’azione della celere un ragazzo presente nel corteo sarebbe stato colpito da un manganello e risulta al momento ferito alla testa. Le sue condizioni non sono tuttavia gravi.

“Con la determinazione di chi lotta per la libertà e la giustizia sociale il corteo si conquista il diritto a manifestare oltre la protervia di un potere autoritario arrivato a vietare lo stesso percorso alternativo autorizzato”, si legge sul portale Globalproject.info, il canale informativo di riferimento dei Centri sociali.

Sempre su Globalproject.info, compare un’intervista a Matar, migrante residente in territorio anconetano che ha preso parte alla protesta. “La legge Bossi-Fini ha rovinato l’Italia. Noi stranieri non riceviamo il visto dal governo e  per rinnovare il permesso di soggiorno dobbiamo pagare 270 euro” “Se lascio tutta la famiglia all’estero per venire qui c’è qualcosa che non va nel mio paese”, ha continuato Matar e, parlando della strage di Lampedusa ha detto: “Mi dispiace per i miei fratelli morti a Lampedusa, mi dispiace proprio”.

 

Nicoletta Mandolini