Giovani Confindustria critici su Dl Stabilità: nulla di fatto per lavoro e imprese

Jacopo Morelli, presidente Giovani Confindustria a Ballarò (screen shot youtube)

“Se il governo annuncia come trionfo quello di essere riuscito a sventare l’aumento delle tasse, significa che è sordo alla voce del Paese reale”, è il monito che lanciano i giovani di Confindustria sulle mancate riforme del Governo: “Riforme nemmeno ipotizzate” e un Parlamento “che non ha nemmeno la forza e la dignità di darsi una legge elettorale decente” commentata duramente il presidente degli industriali under 40, Jacopo Morelli, in apertura della due due giorni del XXVIII Convegno di Capri per Napoli, dei giovani imprenditori di Confindustria, in omaggio al capoluogo partenopeo colpito dall’incendio di Città della Scienza.

“C’è troppa ignoranza nella classe dirigente del Paese”, attacca Morelli che osserva che “sono anni difficili questi dove molte certezze vengono meno. Alcuni, anche dall’estero, vedono l’Italia come un morto che cammina, con un debito record al 132% del Pil, in cinque anni 90mila imprese manifatturiere in meno, larga parte della classe politica che agisce con atteggiamenti schizoidi: un giorno sembra di saggezza, l’altro di ordinaria follia”.

In merito alle riforme introdotte dalla Legge di Stabilità, Morelli ci va giù duro e chiede al Governo di “rivedere le posizioni con la sciabola sulla riduzione della spesa sulle tasse sul lavoro e le imprese. Presentiamo un piano all’UE e per un periodo chiediamo una deroga al Patto di Stabilità, che sarebbe, se consentisse di fare recuperare il paese, compreso e apprezzato dagli investitori. altrimenti la politica si renda conto che non è in grado di agire e accetti di mettersi sotto alla sorveglianza in internazionale”.

“Ci aspettavamo una legge di stabilità coraggiosa e di rottura, che segnasse la fine del rigore depressivo e l’avvio di investimenti per la crescita. Non è stato così. Chiedo di rivedere i punti sul taglio delle tasse sui redditi da lavoro e da imprese. Bisogna trovare altre soluzioni e risorse, così non va bene. Le tasse dovevano calare non di uno 0,7% in tre anni, ma di diversi punti e strutturalmente. Siamo stanchi di finanziarie del vorrei ma non posso. Di buone intenzioni non è lastricata la via della ripresa italiana. Questa legge è di stabilità di nome e di fatto. Nel senso che lascia sostanzialmente invariate le condizioni di grande svantaggio nelle quali operano le nostre imprese”, afferma con forte veemenza Morelli che ricorda che la riforma del fisco è la “prima riforma” da fare.

Posizioni critiche dunque rispetto al “regime” delle tassazioni: “Il total tax rate sulle aziende in Italia è al 68,7%, in Germania al 46,8%, negli Stati Uniti al 46,7%. Basta ipocrisie, questa tassazione uccide le imprese”, spiega Morelli che aggiunge come “il prelievo fiscale sugli stipendi supera la metà della retribuzione lorda”.

“La politica fiscale è parte di quella economica: in Italia, purtroppo, continuiamo ad averne una che anzichè il lavoro favorisce la rendita”, sottolinea il leader giovani confindustria: “Fino a quando quest’ultima continuerà ad essere più tutelata e meno tassata, possiamo anche cancellare il primo articolo della Costituzione”, attacca Morelli.

Ma i giovani di Confindustria non demordono e sono convinti che la situazione non sia “una catastrofe ineluttabile”. Per questo Morelli ha lanciato un’appello affinché siano unite le forze “tra due Italie, chi si arrende e chi resiste, chi abbandona e chi decide di costruire il domani, possiamo scegliere ma dobbiamo farlo ora”.

Redazione