Pussy Riot: Tolokonnikova decisa a continuare sciopero della fame. Aliokhina chiede amnistia

Nadezhda Tolokonnikova, Pussy Riot (getty images)

Non molla Nadia Tolokonnikova, la giovane donna membro delle Pussy Riot internata in carcere dopo la condanna subita per aver “profanato” con una performance femminista anti-Putin la cattedrale ortodossa di Mosca. Nadia da poche ore è stata dimessa dall’ospedale in cui si trovava per le precarie condizioni di salute a cui l’aveva costretta lo sciopero della fame intrapreso come forma di protesta contro la dura detenzione nel colonia penale femminile della Repubblica di Mordovia. Nonostante non sia ancora completamente in forze, l’attivista ha deciso di riprendere con lo sciopero da oggi, come comunicato dal suo portavoce, il marito Pyotz Verzilov.

Solidarietà nei confronti della situazione di Nadia è giunta dalla compagna delle Pussy Riot Maria Aliokhina, anch’ella reclusa in carcere. Da parte della donna è giunta la rinuncia alla richiesta precedentemente avanzata per ottenere una condanna più breve. Queste le parole di Aliokhina: “Se le autorità russe sono pronte a rilasciarmi anticipatamente, lo facciano nell’ambito di una larga amnistia, insieme ad altre donne condannate che hanno figli piccoli”.

Nel frattempo è giunta la notizia del sostegno di Pussy Riot nei confronti del boicottaggio organizzato da varie associazioni russe e internazionali nei confronti dei Giochi Olimpici Invernali che si terranno a Sochi il prossimo anno. L’azione di protesta intende criticare fermamente la legge anti-gay approvata dal Parlamento russo negli ultimi mesi e vuole schierarsi a sostegno delle incarcerate della punk band femminista.

Redazione online