Caso Orlandi: ossa trovate a Sant’Apollinare non sono di Emanuela

Manifestanti in piazza San Pietro per ricordare il Caso Orlandi

Al termine di diciassette mesi di ricerche e confronti del dna, gli specialisti del laboratorio Labanof hanno confermato che le ossa trovate nella cripta di Sant’Apollinare non appartengono ad Emanuela Orlandi.
E’ quanto trapela da una notizia fornita in anteprima dal Corriere della Sera, mentre l’ufficializzazione della perizia sulle ossa dovrebbe pervenire entro qualche giorno.

Un testimone aveva riferito che per trovare Emanuela bisognava cercare nella basilica di Sant’Apollinare andando a cercare il “favore che Renatino (De Pedis) fece al cardinal Poletti”. Dalla vicenda emerse che De Pedis era sepolto nella basilica.

Proseguiranno ancora le indagini per scoprire la verità sulla scomparsa di Emanuela, all’epoca quindicenne e su quella di Mirella Gregori, sparita 46 giorni prima.
Con questa rivelazione tramonta l’ipotesi che Emanuela sia stata uccisa nel complesso dove ha frequentato la sua ultima lezione di musica (22 giugno 1983) prima di sparire nel nulla.

L’inchiesta si concentra ora sul fotografo Marco Fassoni Accetti, il superteste che si è autoaccusato di essere stato uno dei telefonisti: Accetti, detto l’Amerikano è indagato per sequestro aggravato dalla morte dell’ostaggio. Accetti ha fatto anche ritrovare un vecchio flauto identico a quello di Emanuela.

Secondo quanto si apprende, dalle verifiche disposte dal procuratore Giancarlo Capaldo sulle dichiarazioni di Accetti stanno emergendo vari riscontri. Per lui, sarà chiesto il rinvio a giudizio e sarà da accertare il traffico telefonico.
Infatti, i sequestratori avevano promesso il rilascio della ragazza “in cambio” della scarcerazione di Alì Agca. Secondo Accetti, il sequestro sarebbe avvenuto nello sfondo di una guerra tra due fazioni in Vaticano: quella “progressista” (lituani e francesi) contraria alla linea anticomunista di Wojtyla.

Come riporta il corriere.it, secondo le ipotesi sostenute dall’indagato, “Agca doveva ritrattare «le calunnie» contro i bulgari, facendogli credere che sarebbe stato liberato, grazie alle pressioni (legate a Emanuela) sul Vaticano e a quelle (legate a Mirella) sull’Italia, in particolare sul presidente Pertini, titolare del potere di grazia (e anche questa arrivò, seppure solo nel 2000). Scenario realistico?”

La precisione sulle telefonate e nella ricostruzioni dei fatti lascia intendere alla Procura che Accetti sappia molto. Tuttavia il test è una figura controversa e molto spesso il programma televisivo “Chi l’Ha visto?” ha evidenziato alcuni aspetti “contorti” della sua personalità e della sua professione. Infatti, Accetti risulta avere molte deviazioni tra cui inclinazioni per la “pedofilia” come emerge dai suoi lavori fotografici e cortometraggi, nei quali spesso e volentieri impiega bambini confrontandolo con adulti e preti. Lui si è sempre difeso spiegando che il suo lavoro è “artistico”.
(Guarda il sito web di Accetti: operedimarcofassoniaccetti)

Redazione

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