
Intervenendo al termine del vertice del Ppe a Meise, alle porte di Bruxelles, il vicepremier Angelino Alfano, parlando del nuovo rinvio a giudizio ai danni di Silvio Berlusconi per la cosiddetta compravendita di senatori, ha spiegato: “Non crediamo che le ultime vicende, avendogli anche io parlato ieri sera e questa mattina, abbiano un’influenza diretta sul governo. Il presidente Berlusconi é vittima di una persecuzione giudiziaria che dura da vent’anni.Non ci sorprendiamo più di nulla ma non smettiamo di indignarci”.
Di “decisione straordinaria” ha parlato invece – nelle scorse ore – il parlamentare Pdl e legale dell'ex premier, Niccolò Ghedini, spiegando: “Solo pochi mesi or sono lo stesso Ufficio GIP, con diverso Giudice, aveva stabilito la improcedibilità del richiesto giudizio immediato rilevando insussistente l’ipotesi corruttiva. Oggi sugli stessi elementi viene fissato il giudizio. In realtà, come risulta dagli atti, il De Gregorio, che proveniva da Forza Italia e che era andato all’IDV per mera convenienza elettorale, voleva fortemente tornare nel centrodestra e per sua stessa ammissione tutti i voti dati nel corso della legislatura erano correlati alle sue convinzioni personali e non già a somme di denaro ricevute o promesse”.
Dura, infine, Deborah Bergamini: “Quello che sta accadendo é assurdo e non più tollerabile. Riformare la giustizia e subito, a cominciare dal riequilibrio tra i poteri, la separazione delle carriere, l’introduzione della responsabilità civile dei magistrati, l’estensione a tutti i cittadini dei criteri di efficienza riservati fino ad oggi ad uno solo, Silvio Berlusconi. Dobbiamo farlo prima che i moderati italiani vengano privati della voce, della rappresentanza e della libertà di scelta”.
Redazione online