
Sono esplose ieri le proteste ad Haiti dopo l'arresto dell'avvocato André Michel che sta seguendo una causa di corruzione contro la moglie e il figlio del presidente haitiano Michel Martelly.
L'avvocato è stato fermato dalla polizia, interrogato e rilasciato, ma resta sotto la “protezione” di un gruppo di senatori all'opposizione.
I manifestanti sono scesi in piazza in diversi quartieri di Port-au-Prince, innalzando barricate e dato fuoco a pneumatici: i manifestanti sostengono che l'avvocato sia stato interpellato in maniera arbitraria e denunciano i timori di una deriva dittatoriale.
Al termine della giornata di scontri, il governo di Haiti ha rivolto un appello alla “calma”.
Stando a quanto riporta il quotidiano francese Le Monde la paura di un ritorno alla ditattura sembrano giustificati: Pierre Espérance, un attivista della Rete nazionale per la difesa dei diritti umani ha dichiarato che “Haïti sta diventando uno stato senza diritto in quanto le libertà individuali non sono garantite, così come la libertà di espressione. Questo fermo è illegale e non è sensato restare calmi. La disobbedienza con la quale stiamo procedendo è legale, ed è invece illegale che il governo sia andata contro l'avvocato Michel”.
Redazione