
Il Consiglio Europeo che è iniziato oggi e terminerà domani a Bruxelles ha accolto le richieste dell'Italia in materia di immigrazione, specie per quanto riguarda il seguente punto: “I principi della solidarietà e dell'equa ripartizione delle responsabilità, sanciti dall'articolo 80 del trattato Ue, dovranno guidare le azioni volte a prevenire la perdita di vite umane dei migranti diretti verso l'Europa”.
Intanto, una mozione bipartisan proposta all'Europarlamento ha invitato gli Stati membri a “modificare o rivedere eventuali normative che infliggono sanzioni a chi presta assistenza in mare”. La notizia è stata accolta con soddisfazione dal capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli: “Con il voto di oggi il Parlamento europeo ha richiamato le istituzioni europee e i singoli Stati membri ad un dovere che non può ammettere deroghe, come la tragedia di Lampedusa ci ha insegnato, quello del rispetto dei diritti umani”.
Ha proseguito Sassoli: “L’indicazione della risoluzione è: più Europa nella gestione dei flussi migratori, cancellare ogni riferimento a violazioni dei diritti umani come i respingimenti introdotti dal pacchetto Maroni nel 2009 e il richiamo all’obbligo giuridico dell’assistenza in mare”. Sui soccorsi in mare, diversa la posizione dell'eurodeputata del Pdl, Licia Ronzulli, che in una nota precisa che “la legge Bossi-Fini non vieta di soccorrere le persone in pericolo in mare e stabilisce sanzioni solo ed esclusivamente nei confronti degli scafisti e non di chi presta assistenza alle imbarcazioni dei migranti in avaria”.
Fatto sta, che per un episodio avvenuto l'8 agosto del 2007 quando i capitani tunisini di due pescherecci salvarono 44 naufraghi provenienti dall’Africa che stavano per affogare e li portarono nel porto di Lampedusa, venne imbastito un controverso processo, proprio in base al testo unico sull'immigrazione, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Redazione online