Lampedusa: salvati 150 migranti. Prosegue sciopero della fame superstiti naufragio

Proteste superstiti naufragio 3 ottobre 2013 Lampedusa (Getty images)

La piccola isola di Lampedusa continua ad essere lo scenario degli sbarchi. Non sono bastati i moniti, le proteste e gli impegni delle istituzioni e neanche le centinaia di vittime a far arrestare l'ondata migratoria.

SBARCHI
Ieri sera, un pattugliatore della Guardia di finanza ha intercettato a 7 miglia a Sud dell'isola un vecchio peschereccio in balia del mare forza 4 e sul quale viaggiavano circa 150 persone .
Dopo la segnalazione, sono giunte sul posto due motovedette della Guardia costiera che hanno imbarcato i profughi e li hanno condotti a terra.

POLEMICHE CENTRI DI ACCOGLIENZA
Intanto proseguono le polemiche sul piano internazionale sui centri di accoglienza italiani: l'Unione Europea che ha minacciato di aprire una procedura di infrazione per le condizioni di questi centri.
Infatti, stando a quanto ha ribadito il commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, i singoli Stati hanno il dovere di controllare i confini e soccorrere i naufraghi, anche con l’aiuto dei fondi Ue: “Nel 2007 – 2013, l’Italia ha avuto 478 milioni per gestire i flussi migratori e dell’asilo, e 136 milioni in fondi speciali per la gestione speciale dei confini. L’Italia sta compiendo degli sforzi per migliorare la situazione generale e la Commissione europea ha individuato fino a 30 milioni di euro aggiuntivi per sostenere Roma. Potrebbero essere utili anche per alleviare le condizioni nel centro di Lampedusa”.

Il Sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta sono arrivati questa mattina a Bruxelles per prendere parte ai lavori del Consiglio Europeo durante il quale dovrebbe essere affrontato il tema dell’immigrazione.

SCIOPERO DELLA FAME A LAMPEDUSA
A questo si aggiunge lo sciopero della fame che molti immigrati superstiti del naufragio del 3 ottobre hanno intrapreso lo scorso 21 ottobre per chiedere alle istituzioni italiane delle iniziative concrete sulla loro sorte: “Sono frustrati per il fatto che non stanno ricevendo risposte, né l'assistenza dovuta”, ha raccontato il sacerdote eritreo don Mussie Zerai, presidente della Ong Habeshia, giunto ieri a Lampedusa per una celebrare una cerimonia che si è tenuta ieri per permettere a 107 superstiti di ricordare le 366 vittime.
“Sono stati vittime di un naufragio drammatico e ora si chiedono che fine ha fatto la disponibilità di Roma Capitale, ribadita dal sindaco di Roma, ad accoglierli. Molti di loro non vogliono rimanere in Italia, ma vorrebbero raggiungere i loro familiari nel Nord Europa. Inoltre la situazione umanitaria nel centro di accoglienza resta molto grave e molti di loro non hanno superato il trauma psicologico del naufragio”, ha poi concluso il sacerdote.

Redazione

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