M5S e Lega declinano invito di Napolitano al Colle per discutere di legge elettorale

Quirinale (Getty Images)

Movimento 5 Stelle e Lega Nord non andranno al Quirinale per discutere della legge elettorale, dopo il vertice con la maggioranza che si è svolto ieri sulla riforma del Porcellum.

Dopo le polemiche scaturite ieri sera e questa mattina i capogruppo dei rispettivi partiti hanno fatto sapere di declinare l'invito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per cui era stata annunciata in una nota che “il presidente Napolitano oggi ha cominciato la ricognizione ascoltando i Presidenti dei gruppi di maggioranza per acquisire elementi di informazione sul lavoro che stanno portando avanti nella commissione Affari Costituzionali del Senato attraverso i due relatori, appartenenti ai due maggiori gruppi”.

“Oggi non andremo dal Presidente Napolitano. Non ci piacciono le convocazioni frettolose, fatte all'ultimo minuto solo nel tentativo di rimediare a un errore molto grave”, ha dichiato Massimo Bitonci, capogruppo della Lega Nord al Senato.
“Quanto accaduto ieri, ribadiamo, è gravissimo: aver convocato un vertice con la sola maggioranza su un tema parlamentare è sintomo di partigianeria inaccettabile. Inoltre chiediamo al presidente della Repubblica di essere ricevuti in delegazione completa, con il nostro segretario Maroni e non insieme al resto dell'opposizione con la quale non ci riconosciamo. Abbiamo nostre proposte da rappresentare che sono lontane mille miglia da quelle di Sel o M5s. Come rappresentanti del Nord di cui portiamo avanti le istanze, saremo dunque ben lieti di salire al Colle ma da soli, e con una convocazione fatta nei tempi e modi dovuti nel rispetto del ruolo di ognuno”.

Da parte sua il Movimento Cinque Stelle in una nota di Paola Taverna, capogruppo del M5S al Senato e Alessio Villarosa, capogruppo del M5S alla Camera rende noto che “il Movimento 5 Stelle, dopo il vergognoso ricevimento sulla legge elettorale che si è svolto nelle stanze dorate del Quirinale, alla presenza delle forze di maggioranza al Senato e di ben 2 Ministri, oggi non andrà all'incontro con il Presidente della Repubblica, tardivamente richiesto a giochi ormai fatti”.
“Non andremo perché non siamo né in una Monarchia assoluta, né in una Repubblica Presidenziale. Secondo l'articolo 87 della Costituzione, il Presidente della Repubblica puo' inviare messaggi alle Camere, cioè a tutte le forze politiche. Ricevere invece le forze di maggioranza su temi specifici e delicatissimi come la legge elettorale, magari dando indicazioni e suggerimenti nel chiuso delle stanze e poi, solo il giorno dopo, ricordarsi di ricevere i plebei delle opposizioni, è perlomeno fortemente irrituale”.
“Non andremo perché la legge elettorale è questione che va discussa esclusivamente in Parlamento. Da tutte le forze politiche. Senza la prevaricazione delle maggioranze sulle minoranze. Con l'incontro di ieri Napolitano ha avallato la prevaricazione di chi è maggioranza parlamentare sulle opposizioni. Un comportamento tipicamente autoritario. Lo ha fatto, per di più, su una legge fondamentale dello Stato, sulla quale si basa tutto il funzionamento democratico delle Istituzioni della Repubblica”.
Infine sottolinea la nota “non andremo perché siamo una Repubblica parlamentare: Giorgio Napolitano deve essere garante della Costituzione Repubblicana e dell'equilibrio democratico. Deve quindi rispetto istituzionale a tutti. In primis, certamente, alla maggiore forza politica d'opposizione nonché alla forza politica più votata alla Camera dei Deputati”.

Redazione

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