Parigi, Letta interviene a convegno su Europa: appello a più coraggio politico e culturale

Premer Enrico Letta incontra primo ministro francese Jean-Marc Ayrault (Getty images)

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta è arrivato ieri a Parigi dove ha incontrato il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault e il presidente François Hollande.
L’incontro parigino è stato organizzato in vista della preparazione del vertice intergovernativo che si terrà a Roma il 20 novembre al quale parteciperanno Hollande, Ayrault e diversi ministri francesi: un’occasione per approfondire “diverse questioni squisitamente bilaterali”.

Ieri Letta ha anche parlato del dossier Alitalia con Ayrault con il quale il premier italiano ha anche condivio uno scambio di vedute sui temi del Consiglio europeo chi si è appena concluso.

Questa mattina, il premier italiano ha preso parte ad un convengo all’Uniersità La Sorbonne sul tema dell’Europa.

Nel suo intervento alla Sorbonne, Letta ha anche scherzato sottolienando che “anch’io vorrei fare previsioni a lungo termine ma i tempi politici in Italia sono un pò più brevi, ma ci si diverte sempre”.
In merito al tema dell’Europa, il premier ha spiegato che “grazie alla legge di stabilità l’Italia l’anno prossimo si presenterà al semestre di presidenza europeo con il debito pubblico che per la prima volta dopo 5 anni diminuirà” e “la crescita tornerà ad essere seria. Tutti chiedono di fare altro debito, ma io posso dire no grazie allo scudo comunitario. Posso dire no a nuovi debiti per evitare che l’Italia venga travolta”.

Tuttavia, Letta ha evidenziato che non bisogna prendere l’Europa come capo espiatorio: “Le istituzioni europee non sono state all’altezza nella gestione della crisi economica e finanziaria. Il virus della crisi veniva dagli Stati Uniti, lì hanno risolto tutto facilmente perché le istituzioni funzionano”.
“L’Europa non è stata la causa della crisi, ma è la crisi che è stata causata dalla mancanza di più Europa checè stata usata come capro espiatorio”, spiega Letta che ribadisce “la necessità che i diciotto Paesi dell’Eurozona abbiano istituzioni a livello europeo, perché non basta la Bce. Servono istituzioni forti per far sì che si affermi l’idea di budget e politiche economiche per la zona Euro”.

Letta afferma che è necessario “un soprassalto di coraggio politico e culturale, altrimenti sarà la catastrofe. Ci vuole il coraggio per dirsi qual è la situazione alla vigilia della campagna elettorale delle elezioni europee del prossimo maggio”.

Successivamente il premier italiano spiega che in Europa è ora prioritario “passare dalla legislatura dell’austerità a quella della crescita per il periodo 2014-2019. E’ una cosa che si può fare se si pensa seriamente a un futuro dell’Europa che sia unita e forte, in quanto i singoli Paesi europei, da soli, non saranno in grado di essere, come una volta, leader nel mondo”.

Il leader che ha accennato anche ai conti pubblici italiani ha detto di “non potersi immaginare cosa sarebbe stato senza l’Europa. In Italia la spinta a fare nuovo debito sarebbe venuta da ogni parte come la soluzione più semplice. Ho avuto e ho la possibilità di dire no a nuovo debito. Tutto questo è possibile perché ci sono le nuove regole europee”.

Il leader italiano è tornato poi a scherzare: “Se fossi dittatore per una mezz’ora, farei un editto per bandire tutti gli acronimi usati come nomi per le istituzioni dell’Unione europea. Fra gli acronomi ci perdiamo anche noi. Io mi perdo e quest’uso è insopportabile e intollerabile, bisogna chiamare le cose con il loro nome. L’abuso di acronomi dà anche spazio ai populisti per i loro attacchi nelle televisioni”, sottolinea Letta.

Inoltre, Letta ha raccontato di essere “diventato europeista con quell’immagine di Mitterrand e Kohl mano nella mano a Verdun, dove milioni di francesi e tedeschi erano deceduti durante i combattimenti. È stata un’immagine stupenda, simbolica del secolo ma mi rendo conto che oggi quell’immagine non basta più”.

Per questo il premier parlando delle prospettive dell’Unione europea ha lanciato una richiesta all’Europa, quella di “avere più coraggio, altrimenti sarà una catastrofe”.

Redazione